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Dal presidente ai tifosi, tutta Napoli per Hamsik: “Coraggio figliolo, abbiamo bisogno di te”

NAPOLI – Si fosse trattato di un altro calciatore, avrebbero parlato semplicemente di stato di crisi senza neanche chiedersene il perché. Di Hamsik, invece, no. Lui è speciale. «Un figlio adottivo», come ama definirlo Aurelio De Laurentiis. «Uno di noi», come precisano i tifosi partenopei. «Un amico vero», come rivelano i compagni di spogliatoio. E allora, ecco la mobilitazione generale per aiutare un campione che all’improvviso è finito in un tunnel. Non va in gol in campionato dal 2 novembre del 2013, gara interna con il Catania. E in ambito europeo dal settembre 2011, esordio casalingo in Champions col Villarreal. Ora sono tutti pronti a tendergli una mano. A cominciare da BenitezMarek è in un momento-no ma gode di tutta la mia fiducia. Tanto è vero che parte sempre titolare. Prima o poi si sbloccherà. Questione di tempo. Il suo talento non si discute». A proseguire dai compagni. Higuain per primo:«Hamsik è un giocatore fondamentale ed importante per noi. Deve stare solo tranquillo perché ha la fiducia del mister e dei compagni». E poi, Insigne: «Marek è un grande campione, gioca da tanti anni ad alti livelli. Con la tranquillità, troverà il modo per uscire da questo momento difficile. Deve lavorare ed essere sereno, così dà fiducia anche a noi». Ben oltre, invece, si sono spinti (e si stanno spingendo) i tifosi. Hanno applaudito lo slovacco quando è stato sostituito con la Roma. L’hanno incoraggiato dopo la prestazione con il Porto. Loro, più di tanti altri, sanno quanto sia legato alla maglia lo slovacco. Ne riconoscono la serietà professionale e l’attaccamento ai colori. I tifosi ricordano le esultanze dello slovacco dopo ogni gol (76 finora) con le mani ad accarezzare la cresta dei capelli. Nè dimenticano i saltelli nella piazzetta di Dimaro a cantare «Chi non salta è rossonero» indirizzati al Milan convinto all’epoca di strapparlo al Napoli. O ancora, hanno in mente le reazioni composte dopo episodi di microcriminalità di cui rimase vittima. Mai una parola fuori posto o il desiderio di voler cambiare città. Ecco perchè i tifosi ritengono Marek, un amico. Uno di loro. E ad un amico in difficoltà, l’aiuto non si nega mai. Specie ora che indossa anche la fascia di capitano.

CRISI D’IDENTITA’ – Al settimo anno di Napoli, dopo 291 presenze, 76 gol e tante prestazioni memorabili, lo slovacco giunto nel pieno della maturità tecnica è in preda ad una crisi d’identità. Non riesce più a fare la differenza in zona gol; a sfoderare inserimenti a sorpresa nelle difese avversarie; a regalare assist a volontà (l’anno scorso vinse la speciale graduatoria con ben 18 assist, molti dei quali per Cavani). In un primo momento si era pensato allo scarso adattamento al modulo di gioco adottato da Benitez (dal 3-5-2 al 4-2-3-1), poi ai due mesi di stop per il delicato infortunio al piede sinistro (il primo vero incidente della sua carriera), quindi, all’esclusione dai Mondiali con la Slovacchia, competizione a cui teneva tantissimo. In realtà, non esisterebbe una causa scatenante della sua involuzione, bensì tanti piccoli riflessi negativi coincisi tutti nello stesso periodo di tempo. In pratica, un po’ di tutto e di tutto un po’. «Ma il talento non si discute», ripete Benitez, convinto di poterne fare un elemento di statura internazionale, uno dei pochi centrocampisti europei capaci di arrivare in doppia cifra al termine di ogni campionato.
L’AMMISSIONE – Ma l’autocritica di Hamsik al termine della gara con il Porto, resa in tv, ha incoraggiato i tifosi più che sconfortarli. Marek ce la sta mettendo tutta. «Devo ritrovare me stesso – ha detto lo slovacco – Non è un problema atletico. Nè di modulo. Con Benitez parlo tanto. Quanto prima ne verrò fuori». E Napoli è pronta a dargli una mano. Ha realizzato che un proprio figlio chiede aiuto per risorgere. E mai come in questo periodo c’è bisogno anche dei guizzi di Hamsik per volare ai quarti di Europa League, rincorrere il secondo posto in classifica, nonchè fare il bis in finale di Coppa Italia.
Fonte: Corriere dello Sport
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