La carenza di strutture, il recupero della credibilità, la fuga di molti ragazzi campani attratti dalle ingannevoli sirene estere, non hanno impedito al calcio Napoli di costruire sulle ceneri della vecchia gestione, un settore giovanile di tutto rispetto, che con il passare degli anni – molto pochi del resto, visto che il nuovo club ha otto anni di vita – sta prendendo sempre più consistenza. Così, grazie al lavoro certosino di Peppe Santoro e Gigi Caffarelli prima, e ora di Dodo Sormani e Francesco Barresi, si è creata una struttura non megagalattica, ma efficiente e moderna.
La covata di migliore prospettiva è certamente quella del 1996, allenata molto bene dal tecnico Nicola Liguori già da due anni con eccellenti risultati, e che annovera molti ragazzi nel giro delle nazionali, come Tutino, Guardiglio, Gaetano, Palmieri, Supino, Contini e buon ultimo, non per demeriti, Antonio Romano, convocato da Daniele Zoratto nell’Italia Under 16 per partecipare al torneo internazionale di Tallinn che si chiude proprio oggi nella capitale estone.
Centrocampista, vecchio stampo, un mediano di «spola», il classico calciatore che abbina alla sostanza, una buona qualità, e un ottimo senso tattico. La sua struttura muscolare, il suo spirito di sacrificio, esaltano le sue doti di combattente. Paragonabile in qualche modo al romanista De Rossi, Romano è un diesel, inesauribile, efficace, pratico, lineare nelle giocate, e sempre pronto a raddoppiare in fase difensiva, per aiutare il compagno in difficoltà.
Nella vita quotidiana, il sedicenne Antonio è abbastanza timido, ma in campo è uno «tosto» che si fa vedere ma soprattutto si fa sentire.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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