Fado e bacalao? Eh no, basta con questa storia della malinconia che barcolla sull’orlo dell’oceano. E poi non chiedetelo a Lorenzo Insigne che qui cerca la sua consacrazione come «bello di Coppa»: a vederlo in campo durante il riscaldamento lui sorride felice e zompettante. Trovatelo un altro che in campionato, in 26 partite, ha segnato solo due gol (di giorno, peraltro, con il Verona e con il Sassuolo) per poi trasformarsi in una fuoriserie quando vede accendersi i riflettori e sente l’aria delle coppe. Il piccolo Insigne è capace di diventare una favolosa macchina da gioco. Quando vuole e quando è in vena. Ha fatto gol al Borussia Dortmund (all’andata e al ritorno) e poi ha spianato la strada al successo con lo Swansea. Nel mezzo un altro golletto, all’Atalanta, in Coppa Italia, sempre a metà settimana perché a Insigne piacciono da morire le gare che non si giocano nei week end. Lorenzo sembra sdoppiarsi: il mercoledì o il giovedì sera corre come un pazzo, spiana avversari e prato come un bisonte nonostante le piccole dimensioni mentre invece la domenica qualche volta gli capita di sonnecchiare indolente. Bello di coppa. Che fa un po’ il verso al «bello di notte». Sì, come la Deneuve lo era di giorno nel film di Bunuel. E Insigne stasera attende di riavere il posto da titolare, come contro lo Swansea. Benitez sembra pronto ad affidarsi al suo talento: vuole usare Lorenzo per farsi venire qualche buona idea questa sera al Dragao. Perché servirà anche parecchia fantasia per scardinare la difesa dei lusitani e molto fiato per stare dietro a quegli esterni del Porto che in certi momenti sembrano dei veri satanassi. Il passo, d’altronde, è quello da un numero dieci, quando ha la palla tra i piedi. Del numero quattro, quando deve marcare a denti stretti. Qui in Portogallo non ha portato nessuno del suo clan familiare. Ma in quei pochi minuti di tempo libero ha pensato a loro, chiedendo informazioni su come portare a casa quel vino, quell’uva che qui hanno cominciato a coltivare i fenici e che da migliaia d’anni scende dalla Valle del Douro per essere coccolata dal tempo e nutrita dalla giusta dose d’acquavite, trasformandosi in delizioso porto. Lorenzo fiuta l’aria d’Europa e si sente molto rock. Il motto è: divertimento e gol. Nelle testa c’è il Brasile, la convocazione per i prossimi Mondiali che sono lì a portata di mano ma non sono così scontati perché la concorrenza è spietata e il posto Prandelli non lo dà ancora per sicuro. E allora Insigne chiede strada a Benitez, bussa alla sua porta e gli chiede di poter dimostrare che in serate del genere (oggi si gioca di pomeriggio alle 19 e ieri alla stessa ora c’erano più o meno 17 gradi) lui sa essere protagonista. Perché il piccolo Lorenzo sa che anche questa coppetta ex dei poveri può portarlo tra i grandi d’Europa. A piccoli passi. Perché Lorenzo appena si affaccia in Europa ritrova sicurezza, smette di balbettare, e si rimette a sua agio. Il Porto è avvisato.
Fonte: Il Mattino
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