La carica dei diecimila comincia presto. Molto presto. Alessandra ha otto anni ed è in fila dalle tre all’esterno del megastore del gruppo Tufano a Casoria. Con lei il fratellino Gianmarco, tredici anni e tanta voglia di abbracciare i suoi beniamini: Higuain e Callejon. «Mai visto un entusiasmo così», commentano firmando gli autografi. Le pattuglie dei vigili urbani cominciano presto il lavoro per regolare il traffico e il parcheggio di Euronics ben presto va tutto esaurito. Come il San Paolo nelle partite di punta.
L’ora X è fissata per le otto di sera ma sono già in cinquemila quando mancano almeno un paio d’ore e l’attesa si inganna cantando contro la Juve e inneggiando al Napoli. Una piccola Fuorigrotta trasferitasi nella periferia nord di Napoli. La serata di autografi organizzata da Vincenzo Cafarelli diventa ben presto un assalto al campione. «Gonzalo ma è così anche a Madrid?» gli chiedono. Lui non parla ma annuisce: è la dura vita del campione di calcio quando si concede alla folla. Cinzia e Maria piangono perché è riuscita loro solo l’impresa di farsi fotografare con uno dei due giocatori. Un pianto a dirotto che convince ad un secondo passaggio al fianco del bancone dove i due giocatori concedono sorrisi ed abbracci.
Flusso inarrestabile. Qualche secondo concesso per salutare e incoraggiare in vista del trittico Udinese-Arsenal-Inter. Si blocca tutto per i disabili. Più spazio e un sorriso in più in un via vai che è costante, continuo, spesso troppo veloce per quello che vorrebbero i fan. Qualcuno ci prova, la sicurezza usa anche le maniere rudi per convincere a lasciare il passo a chi sta aspettando all’esterno. Insigne si presenta con il suo Range Rover bianco. Lo avvistano. Il tempo di capire che è arrivato da Tufano nell’orario meno indicato e la macchina va via con la folla che applaude e incoraggia. Fabio, 15 anni, aspettava questo momento da tempo. La mamma accanto a lui sorride. «Non avete idea da quanto aspettava», dice la signora. Si è portato dietro un pallone Super Santos da autografare.
All’inizio del calorosissimo abbraccio, appare più freddino Callejon. Per Higuain, la dimostrazione che si tratta di uno spettacolo al quale è abituato. Poi sorrisi da tutti e per tutti. Fabietto, sei anni, ripassa due volte. Non era riuscito a fare una foto. Higuain lo richiama e la missione è compiuta. Carabinieri, guardia di finanza e polizia per arginare la folla che spinge all’esterno. Ma all’ultima foto nessuno rinuncia. Qualcuno nella calca ha un momento di mancamento. Tutto risolto. La richiesta dei tifosi è una ed una sola: «Gli ho chiesto di vincere lo scudetto», rivela Carmine, arrivato da Sorrento. E come lui, sono in tanti a chiedere sempre la stessa cosa.
C’è anche chi si scatta una foto con Edo De Laurentiis, il vicepresidente del Napoli si concede a molti. Immagine da ricordare anche questa. La ciliegina sulla torta arriva alle 21 quando la signora Mena salta la fila. È in dolce attesa, di Antonio che nascerà il 29 dicembre. È di Afragola. Quando si presenta con la pancia pronunciata ad Higuain, chiedendo l’autografo sul ventre, il Pipita sorride. Ma firma. Callejon non vorrebbe. Le chiede se è il caso. La signora Mena insiste e anche l’esterno cede: il pennarello nero risalta sulla pancia rosa. «Quando io vedo la partita – racconta la signora – se Antonio scalcia il Napoli segna».
Soddisfazione degli organizzatori che sono rimasti travolti dall’entusiasmo popolare. «Ricordo – dice Vincenzo Cafarelli, patron del gruppo Tufano – che quando ero ragazzo per comprare un biglietto di curva dovevo lavorare una settimana. Ecco perché ogni qualvolta posso organizzare eventi che permettono ai tifosi di stare vicini ai loro campioni io sono contentissimo. C’è dispiaciuto che non tutti abbiano potuto incontrare Higuain e Callejon, ma la folla era davvero tanta e devo ringraziare organizzazione, polizia, guardia di finanza e carabinieri per il supporto che ci hanno dato»
Fonte: Il Mattino.
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