“Senza guardare indietro percorro un nuovo sentiero, pieno di ispirazione, senza dubbi né paure”. E già da questo incipit, Gonzalo Higuain dimostrava qualche giorno fa di voler lanciare un messaggio ben preciso al Napoli.
“Ogni giorno costi quel che costi diamo la vita, perché la storia la scrive chi vuole sempre di più”, scriveva il Pipita su Instagram, quasi ad alimentare la sfida caldissima con il suo vecchio club. Ma non è soltanto una questione di deviazioni poetiche da social network: l’Higuain della Juventus, reduce da un’altra prestazione da superuomo che ha permesso ai bianconeri di volare a +4 dai diretti avversari, è un giocatore sempre più diverso da quello ammirato all’ombra del Vesuvio. Forse migliore.
HIGUAIN REGISTA – Allegri svela in poche parole, nel postpartita di Juve-Atalanta, il nuovo progetto tattico su Higuain: “Gonzalo è cresciuto molto sul piano della fiducia e sul piano tecnico ha iniziato a fare il regista offensivo, come faceva da giovane”. E’ un Pipita tornato ragazzino, insomma, come ai tempi in cui stregava il pubblico del Monumental con Daniel Passarella sulla panchina del River Plate: al punto da guadagnarsi la chiamata di Fabio Capello al Real Madrid. E abbiamo già citato tre allenatori fondamentali nella carriera di Higuain, senza paura di mancare di rispetto a quel Maurizio Sarri che se l’è visto sfuggire nel momento migliore della carriera. Il numero 9 del Napoli aveva battuto ogni record di marcature in Serie A, ma quello della Juve è un calciatore più completo e imprevedibile, probabilmente la prima punta più difficile da affrontare in questo momento per i difensori del nostro campionato.
MEGLIO CHE A NAPOLI – Pjanic si vede soffocato dai centrocampisti avversari? No problem: è Higuain a dettare la manovra offensiva di questa Juve sempre più camaleontica, con Dybala nel ruolo di fantasista perfettamente complementare all’amico e compagno di Nazionale. Vero, il Pipita bianconero non arriverà mai a segnare 36 gol in un singolo campionato (anche se 54 reti in 93 partite mica rappresentano un bottino di poco conto). Ma Gonzalo ha iniziato a rendersi decisivo anche con gli assist, una materia che sembrava dimenticata nella gestione Sarri. Parlano i numeri: l’argentino, con Allegri, tocca meno palloni ma colleziona una percentuale maggiore di passaggi riusciti, riuscendo persino a dribblare più volte gli avversari. Dopo lo scudetto, è questo lo sgarbo più grande al suo vecchio maestro: stiamo assistendo all’Higuain migliore di sempre, con buona pace del Napoli.
Fonte: Ilbianconero.com
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