Napoli – Juventus è una partita a rischio. Non lo dice nessuno, però il Questore lo ha fatto capire abbastanza chiaramente, anche se non può dichiararlo apertamente. Chi sta più in alto di lui, a Roma, ha voluto chiudere non un solo occhio ma tutti e due, e fare finta che la sfida tra bianconeri e partenopei sia una “bella festa di sport”, riaprendo il San Paolo ai tifosi juventini.
Immaginate un po’ come hanno preso la notizia quelli del Napoli: non vedono l’ora di poterli riabbracciare, sicuro! Al Viminale sono convinti infatti che non potranno essere di certo pochi cretini a rovinare una bella domenica sera di grande calcio. Eppure, proprio a Napoli, proprio il responsabile dell’ordine pubblico cittadino è il più preoccupato di tutti, anche se si sforza di non darlo a vedere. Antonio De Iesu, questore della città partenopea, da alcuni giorni non fa che dare consigli agli juventini che si recheranno allo stadio. Secondo voi, per quale motivo, se non quello che è seriamente preoccupato per la loro incolumità. Si, avete letto bene: in-co-lu-mi-tà. Esagero? Non direi proprio: quanto accaduto a Milano la notte di Santo Stefano documenta bene quanto sia alto il rischio di lasciarci le penne in caso di entrata in contatto con la frangia ultrà del tifo napoletano.
Lo sa bene De Iesu, il quale sta infatti dispensando raccomandazioni a go-go agli juventini. A cominciare da quella di non recarsi al S. Paolo indossando simboli bianconeri, ovvero: maglie, sciarpe, bandiere. Eh già, grazie. Ci mancava che gli dica di mettersi al collo una sciarpa del Napoli in modo da mimetizzarsi meglio e non poter essere riconosciuti.
“Gliel’ho detto nel loro interesse – ha aggiunto De Iesu – anche se il mio auspicio è che i napoletani vadano al San Paolo a sostenere la squadra”. In altre parole, il Questore sta dicendo agli juventini: se ve ne fregate del mio consiglio, non stupitevi se poi qualcuno vi mena, perché non sono in grado di garantire che i tifosi del Napoli non lo possano fare. “Con lo Zurigo – ha pure ricordato – avevamo predisposto un massiccio servizio di sicurezza, ma un’aggressione c’è stata lo stesso”. Davvero confortante.
Da qui l’altro invito, quello a spostarsi in comitiva, e non in gruppetti sparsi, e come tali maggiormente esposti a possibili attacchi. “I tifosi juventini che vogliono andare allo stadio si concentrino nei 2 meeting point organizzati da in città, in modo da venire poi scortati al San Paolo dalla Polizia”. Juventini allo stadio solo accompagnati. Sembra una barzelletta (napoletana).
Siamo davvero sicuri che si stia parlando di una partita di calcio e non di un’emergenza? Possibile che per poter andare semplicemente a vedere giocare la propria squadra, un tifoso juventino debba seguire delle regole precise per salvare la pelle? E che a raccomandarsi affinché vengano seguite alla lettera sia il tutòre dell’ordine cittadino, a quanto pare non in grado di garantirlo prima, durante e dopo una partita di calcio.
Soprattutto non è normale che, di fronte a così tanti fattori di pericolo, l’Osservatorio sugli eventi sportivi del Ministero degli interni – consultato (credo e spero) il Questore – abbia potuto sdoganare Napoli-Juventus dalle partite a rischio. Pura follia. Così com’è altrettanto folle che Napoli possa diventare off-limits per chi non tifa per la squadra locale. E’ Fuorigrotta o il Bronx? Di sicuro è la città in cui il primo cittadino una volta disse: “Higuain non potrà più permettersi di farsi una passeggiata a Napoli senza il metal-detector”. Quindi, che ci stupiamo a fare.
Ai consigli del Questore mi permetto di aggiungere il mio: juventini, statevene a casa.
Fonte: Marcello Chirico per Ilbianconero.com
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