Lo volevano in tanti, lo avrebbero potuto prendere tutti, però – alla fine – lui ha dovuto “accontentarsi” della Juventus. La quale lo paga solo 31 milioni l’anno ed ha sborsato solo 117 milioni di euro, praticamente acquistandolo ad un prezzo di “saldo”.
È ciò che sta venendo fuori ultimamente su Cristiano Ronaldo, o meglio, è la barzelletta che stanno mettendo in giro alcuni e alla quale cortigiani e lacché di stanza a Napoli e Milano stanno dando credito, in modo da farla poi bere al popolo (uso anch’io la parola più cool in questo periodo), perlopiù quella parte di popolo che non tifa Juventus, ovvero la più numerosa della nazione.
Tutto è cominciato da Napoli, quando De Laurentiis rivelò che – durante la trattativa per il portiere Rui Patricio (andata poi a vuoto, pure quella) – Jorge Mendes gli propose l’acquisto di CR7. Con ogni probabilità Mendes gli comunicò semplicemente che Ronaldo avrebbe lasciato il Real e che stava sondando il mercato. ADL si informò sui costi, e appena venuto a conoscenza delle cifre dell’affare disse a Mendes che lui non poteva permetterselo. “O’ fatturato” del Napoli non glielo consentiva. I cortigiani hanno poi arricchito la storia aggiungendoci un particolare inventato di sana pianta, ovvero che Ronaldo avrebbe voluto venire a Napoli e giocare per Ancelotti. Tutto falso, una trattativa non è mai partita, e non è nemmeno vero che Mendes abbia offerto Ronaldo per primo al Napoli, o che il giocatore abbia espresso la volontà di indossare la maglia azzurra. Però per vendere giornali e fare ascolti alla radio una balla del genere puoi sempre giocartela, soprattutto se poi qualcuno ti viene dietro. Il classico oppio da somministrare al solito popolo.
Tanto quanto quello venduto in settimana a Milano dall’ex direttore sportivo del Milan, Mirabelli, il quale ha raccontato che Cristiano Ronaldo era già un giocatore del Milan, e solo il cinese attualmente dato per disperso, Yong Hong Li, bloccò tutto perché al momento di firmare gli assegni non c’erano le coperture finanziarie necessarie, e l’acquisto di CR7 sfumò. Di tutto questo, ovviamente, non c’è traccia, di questa trattativa nessuno è a conoscenza. Si sa invece che l’ex ad rossonero Fassone rivelò, tempo fa, che Li avrebbe voluto tanto regalare al Milan Ronaldo e che lui gli consigliò di lasciar perdere, causa Fair play finanziario. In altre parole, Ronaldo il Milan non poteva permetterselo, vuoi perché ingabbiato dai paletti della Uefa e vuoi soprattutto perché Li aveva finito i soldi. Un consiglio spassionato a Fassone e Mirabelli: si confrontino tra loro prima di parlare con la stampa, quantomeno per concordare un’unica versione e non fanfaluche. Compresa quella che Elliott avrebbe potuto comprarlo eccome Ronaldo (copyright sempre di Mirabelli): vero che il fondo Usa é pieno di soldi, ma resta pure lui vincolato dal FPF Uefa, e non mi pare avesse voglia di imbarcarsi in una trattativa da 200 milioni complessivi, avendo optato per l’acquisizione di Higuain in prestito con diritto di riscatto a queste cifre: 18 subito, 36 a giugno 2019. E già sta girando voce che l’estate prossima l’opzione di riscatto potrebbe anche non venire esercitata. A Milano non hanno ancora capito che il plutocratico fondo Elliott vuole semplicemente risistemare i bilanci disastrati del Milan, dargli una lucidatina dopidiché rivendere il club al miglior offerente. Perché Elliott non ha comprato il Milan, ma col Milan vuole farsi solo degli altri soldi da aggiungere ai miliardi che già ha.
Insomma, Ronaldo voleva il Napoli, Mendes lo aveva già venduto al Milan, ma alla fine, al colmo della disperazione, è approdato alla Juventus. Solo perché gli altri, il Napoli col fatturato miserello e un Milan con limitate disponibilità finanziarie, erano state costrette a rinunciarci. E il famoso potere degli Agnelli, la forza finanziaria della Juve, tutto d’un tratto sarebbero stati oscurati dal suono incantatore dei mandolini e dalla bontà del panettone? Ronaldo che fugge dal Real perché non vede l’ora di giocare per il Napoli, che lascia la Champions per tuffarsi col Milan in Europa League.
Capisco l’invidia, comprendo anche il millantare per provare a darsi un tono in annate senza vittorie, però non si possono nemmeno prendere in giro le persone e raccontare – perdonatemi il termine gergale – tutte queste cazzate. Nel calcio, dove si può dire di tutto e il giorno dopo l’esatto contrario, dovrebbe esistere però un limite al rutto libero.
Fonte: Ilbianconero.com
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