Da talento cristallino (11 gol con l’Universidad de Chile in Copa Sudamericana, record assoluto) ad oggetto misterioso (appena 10 apparizioni in campionato per un totale di 151’). I primi sei mesi in Italia di Edu Vargas sono stati di apprendimento, proprio comeaveva spiegato il d.s. Bigon al momento del suo sbarco a Napoli: «Abbiamo voluto anticipare il suo arrivo per questione di ambientamento, il vero Vargas lo vedrete il prossimo anno». Adesso, bisognerà capire cosa ne penserà Mazzarri. Voci raccontano che lo ritenga pronto, Vargas sostiene di esserlo: «Rispetto le scelte dell’allenatore— ha detto di recente—, ma in futuro spero di giocare di più. Voglio rifarmi ». Perchè sì Vargas si è inserito negli schemi dell’allenatore, dopo i primi tempi nei quali faceva
fatica anche per via del fatto che non parlava l’italiano. L’esordio shock con il Cesena in Coppa Italia («Ho sbagliato a mandarlo in campo dal primo minuto», ammise Mazzarri) lo ha certamente penalizzato sul piano delle scelte. Da allora il cileno ha fatto tanta panchina, ma in allenamento spesso ha strabiliato i compagni. C’è chi è disposto a giurare sulle sue qualità. Nelle ultime apparizioni ha lasciato intravedere sprazzi di classe. Necessità, però, di non sentirsi sempre sotto esame. Ecco che, dunque, il ruolo di riserva di Pandev gli consentirebbe di crescere ancora senza troppe pressioni. Vargas deve sbloccarsi, poi potrebbe tornare ad essere quello ammirato con l’U.de Chile.
Fonte: Gazzetta dello Sport
La Redazione
C.T.
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