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Da Spalletti a Garcia: tutte le differenze tra vecchio e nuovo Napoli

Da parecchie settimane a questa parte, ormai, i tifosi del Napoli sembrano quasi approfittare di ogni partita degli azzurri per produrre nuovi paragoni tra la squadra odierna e quella che solo qualche mese fa dominò il campionato, vincendo lo scudetto. Il nuovo Napoli non ha convinto troppo supporters e addetti ai lavori. Rudi Garcia era stato scelto da Aurelio De Laurentiis soprattutto per conservare gli automatismi tattici, considerando che il mister francese adotta lo stesso modulo preferito di Luciano Spalletti, ossia il 4-3-3. Tuttavia, il gioco ha latitato e anche di fronte ai risultati positivi c’è stato chi ha storto il naso. Prima dell’inizio del campionato il Napoli era considerato grande favorito al pari dell’Inter di Simone Inzaghi, mentre ora c’è un gradino di differenza anche secondo quanto si evince dalle quote Serie A tra i partenopei e le prime della classe. Ad oggi Di Lorenzo & co. stanno faticando non poco per rimanere agganciati al treno che porta al prossimo tricolore e la priorità è diventata semplicemente qualificarsi in Champions League.

Il cambio in panchina era praticamente obbligatorio. L’allenatore di Certaldo aveva lasciato intendere di non voler più proseguire la sua avventura azzurra già sul finale della scorsa stagione e De Laurentiis l’ha lasciato libero di andare, salvo poi fargli la guerra quando Spalletti è stato eletto come ct della Nazionale italiana dopo l’addio di Roberto Mancini. Gestire i rapporti con il vulcanico presidente del Napoli potrebbe dunque apparire molto complicato, ma durante la gestione di Spalletti il numero 1 del club non era mai sceso negli spogliatoi per motivare o rimproverare la squadra, circostanza che invece si è già verificata in appena 2 mesi di guida tecnica di Garcia. Il Napoli di oggi risulta spesso debosciato e consegna volentieri un’intera frazione di gioco agli avversari: è successo in casa sia con la Lazio sia con il Milan, a distanza di numerose giornate di campionato.

Il malcontento nei confronti di Garcia è diventato palese dopo che il Napoli ha vinto sul campo dello Sporting Braga in Champions League. Nonostante il successo, il rendimento era sembrato a tutti davvero scadente e paradossalmente il pubblico è rimasto più soddisfatto della prestazione azzurra sfornata nella sconfitta per 2-3 contro il Real Madrid. Il punto è che il Napoli di Garcia non ha mai insistito troppo sul possesso palla come quello di Spalletti e cercava perlopiù la verticalizzazione, senza prediligere il controllo della partita e l’aggressione nei confronti degli avversari. Va da sé che un’interpretazione tattica di questo tipo diverte molto di meno gli spettatori, a lungo abituati nel 2023 ad un Napoli trascinatore.

Come se non bastasse, Garcia ha dato più volte l’impressione di essere un risultatista, operando nei minuti finali dei cambi volti palesemente a proteggere un pareggio invece di cercare una vittoria in extremis. Gli stessi giocatori hanno fatto capire chiaramente di non apprezzare in toto la filosofia del mister: Khvicha Kvaratskhelia, Victor Osimhen e Matteo Politano sono stati pizzicati dalle telecamere in 3 occasioni quando hanno inveito contro Garcia, tanto da scatenare dei casi mediatici sui quali si sono spesi fiumi di parole. L’attaccante nigeriano starebbe persino meditando l’addio, complice il mancato accordo per il rinnovo del contratto. Del Napoli vincitore dello scudetto, in sostanza, sarebbero rimasti solo i nomi. I partenopei giocano oggi di ripartenza con una difesa bassa e poco supportata dagli altri reparti. Di conseguenza, costruire un’azione offensiva ragionata sta divenendo molto più complicato.

Insomma, il Napoli pare aver subito come un’involuzione. Gli sforzi eseguiti per trattenere i pezzi grossi della rosa non sono mancati quest’estate, ma sul campo non sono stati raccolti i frutti sperati. Si pensi alla figura di Stanislav Lobotka, rivitalizzata da Spalletti e nuovamente offuscatasi in questo avvio di stagione. La sconfitta interna con l’Empoli è stata decisiva per Garcia, che si trovava sul patibolo già da inizio ottobre. Dopo la sosta per le nazionali, comunque, il Napoli dovrà affrontare in successione l’Atalanta e il Real Madrid in trasferta, l’Inter in casa e la Juventus di nuovo in trasferta. Una serie di impegni che si prestano ad esser detti quasi proibitivi per una squadra che da agosto a novembre non ha ancora trovato una sua vera identità. Lo spettro di Luciano Spalletti continua ad aleggiare ancora intorno alla panchina, che nel frattempo ha cambiato padrone. De Laurentiis ha scelto Walter Mazzarri come nuovo allenatore del Napoli anche perché sulla piazza non si trovano al momento altri tecnici tanto esperti. La speranza è quella di iniziare un nuovo ciclo nel 2024, ingaggiando un mister di stampo internazionale alla stregua di Antonio Conte. Il futuro del Napoli, dunque, è mai come adesso un’incognita.

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