Stabiliti gli accoppiamenti dei quarti, l’Europeo entra nel vivo. Le principali sorprese arrivano dalla Grecia, capace di mandare a casa quella che sembrava essere la più interessante delle outsiders. Il gol di Karagounis annichilisce i sogni della Russia e lancia gli ellenici in quello che potremmo definire il derby dello spread al cospetto della corazzata tedesca per una sfida dalle implicazioni ultrasportive. Il Portogallo del redivivo Ronaldo dovrà vedersela con la solida Repubblica Ceca, mentre l’ Italia, scongiurato el pasteleo, avrà dinanzi la catenacciara Inghilterra arricchita dal rientrante Rooney. Infine i campioni in carica della Spagna dovranno prestare non poca attenzione alla schizofrenica Francia di Blanc.Tanti i campioni ritrovati, ma non sono mancate interessanti facce nuove che con il loro talento si sono fatte notare nel corso delle ultime partite della fase a gironi conquistando non pochi ammiratori. Ecco alcuni nomi che potrebbero far gola per il prossimo mercato:
THEO D’ORO – La Repubblica Ceca ha ritrovato Thedore Gebre Selassie. Dopo un esordio vinto dall’emozione, il terzino destro ha finalmente mostrato a tutti le grandi qualità che ne fanno ben parlare. Il cognome del ragazzo richiama subito origini etiopi e anche se non ci sono legami di parentela con lo straordinario fondista detentore di vari record mondiali, il ragazzo corre e non poco. I difensori ellenici di certo non dimenticheranno le continue sortite sulla fascia destra che tanti mali addussero.
Inizialmente Gebre Selassie sembrava destinato a rimanere quell’eterna promessa incapace di sbocciare e così lo Slavia Praga decise di privarsene senza tanti ripensamenti. Quelli dello Slovan Liberec ringraziano ancora oggi. Schierato come cursore sulla corsia di destra con licenza di affondare, Theo ha messo in luce tutto il suo valore. Dalla prepotente marcia, ha nel cross grandi qualità e per chi sfrutta gli esterni non può che rappresentare una buona risorsa, se poi si aggiunge che spesso si accentra per esplodere un destro di grande potenza, viene da sottolineare con matita rossa il suo nome sul taccuino dei prossimi acquisti.
JE SUIS CABAYE – Piccoletto lui, ma in mezzo al campo giganteggia per personalità e sostanza. Yhoan Cabaye è certamente uno dei prospetti più interessanti del calcio francese. Sfornato dal settore giovanile del Lilla, è stato l’anima dei ‘mastini’ nella sorprendente stagione che portò i suoi alla duplice conquista di coppa e campionato. Le grandi qualità ne fecero l’oggetto del desiderio del Newcastle, che fece carte false pur di assicurarsi Yhoan. Risultato? Stagione stratosferica emergendo come uno dei migliori stranieri della Premier League. E’ il prototipo del centrocampista moderno, capace di abbinare ottimamente fase passiva ed offensiva. Blanc gli ha affidato le chiavi del centrocampo francese mettendo in cantina il più nominato M’Vila.Vero, tutto dovuto ad un infortunio, ma il piccolo regista ha saputo prendere per mano i suoi con una personalità che difficilmente verrà limitata da una panchina. Uno così al giorno d’oggi è merce rara.
DANNY LA MINACCIA – “In lui rivedo Andy Cole” Con queste parole Sir Alex Ferguson parlò riguardo l’allora sconosciuto Danny Welbeck (clicca qui per leggere la scheda prodotta dalla nostra rubrica talent scout l’11 Gennaio scorso). Nato a Manchester il 27 novembre 1990 da genitori ghanesi, Daniel «Danny» Welbeck è l’ennesima creatura del floridissimo vivaio dei Red Davils. Leve lunghe, rapido, forte e resistente,Danny gioca preferibilmente in attacco, ma in virtù delle sue doti atletiche può anche coprire la fascia destra arrivando addirittura a sacrificarsi come un esterno di ruolo. Dopo tanta gavetta nelle squadre meno nobili della Gran Bretagna ha fatto ritorno alla casa madre, facendo non poco bene. Il gol contro la Svezia ha sintetizzato una delle sue principali caratteristiche, la rapacità. E’ proprio negli ultimi dieci metri che risulta spesso determinante con una freddezza non da tutti. E’ vero, al giorno d’oggi il cambio con la sterlina non giova all’euro, ma con 12 milioni si farebbe un affare.
L’EREDE LUSITANO – Paulo Bento, pur impiegandolo col contagocce, sembra avere grande fiducia in lui. Infondo Nelson Oliveira nutre non pochi estimatori in Portogallo e tanti credono possa prendere l’eredità del galattico Cristiano. Duttile e dalla grande tecnica, preferisce agire da unico riferimento offensivo, ma può tranquillamente appoggiare la prima punta o fungere da esterno. Dal dribbling ubriacante, ama non poco accentrarsi per sfoderare il suo destro. Temibile anche da calcio piazzato sembra avere il suo tallone d’Achille nell’egoismo tipico di un ragazzo così giovane. Non è titolare fisso nel Benfica, ma il prossimo anno potrebbe definitivamente esplodere ragion per cui sondare il terreno ora prima che sia troppo tardi non sembra follia.
EBANO MADE IN DANIMARCA – E’ dispiaciuto non aver potuto ammirare nel corso di questo Europeo Jores Okore (classe 92). Nato in Costa d’Avorio ed emigrato in Danimarca con i genitori a soli tre anni, fece il suo esordio nel Nordsjaelland a 17 anni. Leader nato, ha indossato la fascia di capitano del club in tutta la trafila giovanile. Okore è un difensore centrale dai muscoli d’ebano e dalla grande struttura(183 x 80), capace di giocare anche come terzino destro in caso di necessità. La mole non tragga in inganno, “Hulk”(così lo chiamano in Scandinavia) ha una qualità non comune ai difensori centrali, ossia la lettura di gioco, che lo rendono una sorta di playmaker arretrato. Dall’incredibile controllo di palla e dalla glaciale freddezza,insolita per uno della sua età, Okore è ottimale in una difesa a 3 sia come centrale che come esterno di destra, Bigon è avvisato.
A cura di Francesco Pugliese
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