Vita da attaccante in bilico. Oggi esaltato, domani, forse, dimenticato. Come fece Bearzot a lasciar fuori uno come il romanista Pruzzo nel 1982? Roberto O Rey di Crocefieschi è forse il più celebrato non pervenuto: non si è mai fatto un Mondiale o un Europeo, eppure nei due campionati che precedettero il 1982 vinse la classifica dei cannonieri con 18 e 15 reti. Ma Bearzot, in Spagna, gli preferì perfino Selvaggi. Per come andò a finire, nessuno mai ha osato rimproverare a Bearzot quella decisione. Stesso discorso nel 1986: Pruzzo segnò 19 gol ma in Messico andarono Galderisi e Altobelli. In casa Napoli non è mai stata facile la vita dei bomber con la Nazionale. Fabio Quagliarella conquistò il posto in Sudafrica scalzando Borriello e proprio Rossi. Ebbene, il cecchino del Napoli giocò solo 45 minuti. Sufficienti per innalzarlo sul piedistallo di miglior attaccante che abbiamo visto sfilare nel Mondiale 2010. Del resto il suo score parlò chiaro: contro la Slovacchia, un tiro respinto sulla linea da Skrtel, un gol annullato per una impercettibile posizione di fuorigioco e un gol vero con un pallonetto. Ma dove guardava Lippi negli allenamenti al Southdown College? In precedenza, il 5 giugno 2010, nel corso di un’amichevole con la Svizzera, lo stabiese realizzò il suo quarto gol in Nazionale fissando il risultato sull’1-1, quasi 21 anni dopo l’ultimo gol realizzato da un calciatore del Napoli con la maglia azzurra. A un passo dal sogno. L’uomo dei record delle delusioni è sicuramente Totonno Juliano. Tre volte convocato ai Mondiali e solo una manciata di minuti complessivamente in campo (nelle battute conclusive della finale del 1970 contro il Brasile al Maracanà). Per il capitano del Napoli un destino beffardo: nel ’66 Fabbri gli preferì Bulgarelli, nel ’70 Valcareggi gli preferì De Sisti e nel ’74 sempre Valcareggi gli preferì Capello. Sempre negli anni Settanta impossibile non ricordare il destino di Beppe Savoldi, uno dei più prolifici goleador del Napoli, protagonista di un trasferimento scandalo dal Bologna agli azzurri per la cifra record di 2 miliardi di lire: quattro presenze in tutto con l’Italia. E neppure lo straccio di una fase finale di una competizione. La Nazionale di Italia ’90 venne pensata da Vicini con il napoletano Carnevale centravanti e Vialli al suo fianco. Ma il ct cambiò tutto in corsa: nella partita d’esordio contro l’Austria Carnevale fu sostituito dopo 75’ da Schillaci, che impiegò solo 4′ per segnare il gol della vittoria, il primo delle sue sei reti di quelle «notti magiche». Nella partita seguente Carnevale giocò un poco di meno, poi sarebbe sparito dai radar di quel Mondiale. Ci sono ct che all’ultimo momento hanno l’ispirazione e fanno la convocazione vincente. E ci sono quelli che vogliono andare sulle strade già calpestate.
Fonte: Il Mattino
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