Stavolta il Napoli s’aggrappa anche a lui, non solo ai bomber, per ribaltare il risultato dell’andata. S’aggrappa a Rafael, il portierone brasiliano, che al San Mamès dovrà travestirsi da San Rafael. E che quando è stato impiegato con il Napoli è sempre uscito imbattuto. Sì, proprio così, con San Rafael tra i pali, gli azzurri vantano un incoraggiante record: sono imbattuti. In dodici partite, inclusa quella con i baschi al San Paolo, l’estremo difensore prelevato dal Santos, ha collezionato sei vittorie e cinque pareggi che diventano sei con quello dei play off di Champions, disputato sette giorni fa. Ventiquattro anni e già tanto da raccontare. Il gigante di Sorocaba è stato vittima di due infortuni che avrebbero potuto frenargli la carriera: uno quando era nella nazionale olimpica verdeoro ed il secondo durante la permanenza nel Napoli. Li ha superati entrambi grazie al suo temperamento e a una grande forza d’animo che nascono dalla profonda fede ad indirizzo cattolico. Rafael si è sempre affidato al Signore quando ha dovuto superare ostacoli imprevisti e non c’è pre-partita che non invochi Gesù. Lo farà anche al San Mamès, perché questa è diventata la madre di tutte le partite e perché lui potrà cancellare il ricordo di Pepe Reina, ancora vivo nella tifoseria napoletana. Rafael punta al tredici. Tredici partite da titolare nel Napoli senza sconfitte. In azzurro si rassegnò a fare da dodicesimo avendo davanti quel monumento del calcio spagnolo che risponde al nome di Reina. Ma fu proprio l’ex portiere del Liverpool, oggi passato al Bayern Monaco, ad insegnargli i trucchi del mestiere e a spianargli la strada della prima squadra.
Rafael in Champions League abbassò la saracinesca con l’Arsenal anche se non bastò a far guadagnare l’accesso agli ottavi di finale. Poi in Europa League, in casa dello Swansea, fornì un’altra prestazione da incorniciare ma fu lì che si ruppe i legamenti al ginocchio e dovette fermarsi (20 febbraio). In campionato, altre sette presenze memorabili: le vittorie sull’Inter, la Sampdoria, a Verona ed i pareggi con l’Udinese, a Cagliari, a Bologna e con il Chievo Verona. Infine, l’altro successo in Coppa Italia, quello con l’Atalanta. E’ vero, ha incassato anche dei gol ma si è sempre distinto tra i pali, intervenendo con coraggio e mostrando valide doti di comando. Con gli insegnamenti di Reina, poi, e l’addestramento con Xavi Valero, Rafael è migliorato anche nel governare la sfera con i piedi in fase di rilancio. Al San Mamès è atteso da una prova del fuoco. Dovrà superarsi per impedire che Muniain e soci ritrovino ancora la via del gol e nello stesso tempo ricambiare la fiducia che ha riposto in lui il neo ct del Brasile, Carlos Dunga. E’ stato convocato infatti per le due amichevoli della formazione verdeoro, il sei settembre con la Colombia ed il nove con l’Ecuador.
Fonte: Corriere dello sport
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