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Da Roberto Insigne a Nicolao, ecco le perle per il Napoli del futuro

De Laurentiis crede molto nei ragazzi di Saurini, una squadra in forte ascesa

Una cosa è trovarli, un’altra è crescerli. Naturalmente due sapori diversi, derivanti da ingredienti simili ma non uguali, perché anche l’habitat conta parecchio in questi casi. E ci vuole tutto l’impegno possibile per tirarli su, per renderli calciatori ma nello stesso uomini, poiché le due cose devono integrarsi al meglio. Poiché l’una senza l’altra non darebbe i frutti giusti. Frutti azzurri sempre più pregiati, ecco: uomini e calciatori in erba che sognano da campioni e cercano di emulare i loro miti, molti di questi in prima squadra.

EMOZIONE “VERDE” – Una cosa che non ha lasciato per nulla indifferente Aurelio De Laurentiis: «L’andamento dei ragazzi di Saurini mi fa enorme piacere e mi riempie di gioia» così, con un filo di emozione alla radio ufficiale del Napoli, solo un paio di giorni fa. Sottolineando, con estrema soddisfazione, che il vivaio azzurro è ormai una realtà sempre più nitida e arrembante, anche in campo nazionale «Sono felicissimo del titolo di campione d’inverno per la nostra Primavera. Abbiamo ragazzi fortissimi che rappresentano il nostro futuro, abbiamo già cinque campioncini pronti in casa». 
RINGRAZIAMENTI – E la sua parentesi “verde” è anche piuttosto ampia, pregna di gratitudine per chi l’ha aiutato a ricostruire il Napoli dalle ceneri, dedicandosi anima e corpo anche al settore giovanile «Oltre al tecnico Saurini, devo ringraziare Bigon e poi Santoro, che ha avviato il progetto giovani». Sì, quel Giuseppe Santoro (ora team-manager) che ha ben evidenti le stimmate del talent- scout, che ne ha scovati tanti e particolarmente preziosi sui campetti di periferia. Alcuni come quadrifogli, verdi e ora anche azzurri. Già, come gli Insigne: uno ormai svelato, anche se ancora in fase di start up, l’altro appena sbocciato e pronto a farsi degnamente largo. Lorenzo e Roberto, una dinastia completamente azzurra che avanza a passo talmente spedito da lasciare a bocca aperta.
LA CINQUINA – Allora, i campioncini pronti in casa (ed anche per diversi usi) così sarebbero cinque, ma è tutta la “scugnizzeria” a funzionare sempre più. Non a caso si sta per tante settimane in testa alla classifica del girone C, passando per primi il giro di boa, non a caso si va in semifinale della Tim Cup Primavera. Assieme a Roma, Juve e Torino, mica roba da poco (i capitolini da affrontare il 23 e 30 gennaio). Non solo un pollice, ma cinque dita verdi, a partire da quel Roberto Insigne che scalpita ma che pure accelera e impenna. A continuare con i vari Emanuele Allegra, Giuseppe Fornito, Giuseppe Nicolao e Gennaro Tutino. Il loro è un identikit che convince già, e non poco. Sono ragazzi con obiettivi chiari nella testa ed anche (il che non guasta) con indiscutibile spessore tecnico.
RICONOSCIMENTI – Ben quattro di loro hanno già un contratto su cui fondare le proprie ambizioni, un riconoscimento che può rappresentare un incentivo in più ad onorare in qualsiasi occasione la casacca azzurra. Al Napoli si sono legati di fresco Allegra e Fornito, dopo Insigne e Tutino, con Nicolao verosimilmente prossimo alla firma. Contratti più o meno quinquennali per cinque ragazzi cresciuti da zero nella “cantera” partenopea, dove i saranno famosi adesso non sono più semplici chimere. A questi vanno aggiunti altri riconoscimenti, a partire dalle chiamate nelle nazionali. Quelli per “Robertinho” ( “io sono Roberto, non mio fratello” se la si mette sui paragoni), di recente sotto i riflettori del San Paolo per 25 minuti in Europa League, contro il Psv, e 12 gol in Primavera. Sogna di far coppia in prima squadra col fratello. Il terzino Allegra, il fluidificante Nicolao, l’esterno Tutino, il Fornito (da Trebisacce) che ricorda tanto Hamsik e che era in panchina col Psv (5 gol). Ma pure il portierino Crispino, l’ariete Novothny (6 gol), e poi Palma, Celiento, tanto per farne altri di nomi. Che ora dicono sempre di più.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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