È la mattina dell’11 marzo 2009. Edy Reja è stato esonerato da poche ore, non è più l’allenatore del Napoli. Un saluto pieno di commozione a Castel Volturno, poi la fuga a Gorizia, casa sua. Da allora, Napoli non l’ha neanche sfiorata. Qualche passaggio all’aeroporto in attesa di altre destinazioni e nulla più. Una scelta ben precisa. Troppo forti le emozioni alla guida dell’orchestra azzurra per tornare nella città dei sogni da semplice turista. Ritroverà la città oggi pomeriggio, nel cuore pulsante della stazione Centrale di piazza Garibaldi, da dove tante volte è partito con la sua squadra, quella azzurra. Lui e la sua Lazio, ora. Viaggio in treno. Un’ora e mezza scarsa per tuffarsi nella Napoli che non ha mai realmente dimenticato. Il destino è stato benevolo nei suoi confronti: gli ha concesso due anni prima dell’incrocio con il passato. Reja si rintanerà all’hotel San Germano di Agnano. Pochi passi dallo stadio, ma molto lontano dalla luce della ribalta del salotto buono. Napoli, del resto, l’ha sempre vissuta così. Ai margini. Profilo basso e la tranquillità ovattata dell’Holiday Inn. Ristoranti selezionati e qualche blitz improvviso – spesso camuffato con cappello ed occhiali – per godersi le bellezze del centro storico o il panorama mozzafiato di Posillipo. Sempre in incognito, ovviamente.
Fonte: Repubblica
La Redazione
S.D.
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