“Feliz cumpleaños Josè”. Da Motril a Napoli, passando per Madrid e Barcellona. Un pallone in valigia e tanti gol in giro. Da distribuire in ogni stadio, a suon di galoppate sulla fascia.
“Vamos Calletì”. Imprendibile oggi come ieri. In quelle partite fino al calar del sole nelle piazzette dell’Andalucia con Juanmì – auguri anche a lui – l’hermano gemelo che baila e segna a ritmo di flamenco dall’altra parte del mondo, nel Bolivar. La mattina a scuola insieme e il pomeriggio, fino a sera, a dare calci ad un pallone. E poi quando la testa si poggia sul cuscino quel sogno chiamato Bernabeu. Spera, spera…che poi si avvera. Viaggio verso Valdebabas, con Juanmì. A 15 anni. La Ciudad lo accoglie e lo svezza. Nelle giovanili Callejon incanta sotto l’occhio vigile di un altro Josè:Mourinho. E dopo averlo visto all’opera anche all’Espanyol, lo Special One lo riporta al Bernabeu dopo tre anni di prestito.
Lo spazio in avanti è poco. I minuti a disposizione sempre meno, ma quando gioca Josè fa sempre bene: “All’Espanyol mi piaceva la sua duttilità in campo. A Madrid ho conosciuto un giocatore dalla forte personalità. Sempre umile e rispettoso dei compagni. Sa rendere prezioso ogni minuto in cui è in campo. Quando viene chiamato in causa è sempre al top. Un esempio per tutti”. Parole da Special One che inorgogliscono Callejon. Quella camiseta blanca però comincia a stargli stretta, troppo, e la voglia di mettersi in gioco e diventare protagonista altrove è sempre più forte. In estate arriva una chiamata. “Ciao Josè, perché non vieni a giocare nel Napoli?”. La voce è quella di Rafa Benitez, appena arrivato sulla panchina azzurra. In quella stessa estate arrivano la firma e la partenza: da Valdebabas a Dimaro, in ritiro con i nuovi compagni.
Il numero di maglia? Pesante. Quel 7 cucito per tre anni sulla schiena di Cavani. Ma Josè non ha paura del confronto. Tanto scetticismo all’inizio. L’etichetta di “scarto del Real” che aleggia nell’aria. E allora ci pensa Benitez, che si veste da profeta e annuncia: “Callejon? E’ forte. Farà 15-20 gol”. Detto, fatto. 20 gol in 52 partite. Tutti decisivi. E quando segna lui il Napoli non perde. Mai. Il San Paolo è ai suoi piedi. Tagli, sovrapposizioni, inserimenti e dribbling. Una spina nel fianco, costante. Callejon non conosce riposo: gioca sempre. Avanti e indietro a coprire tutta la fascia. Due polmoni infiniti e quell’impegno che fa di lui un giocatore indispensabile. Al termine della stagione arriva qualche sirena. Ancora da Madrid, sponda Atletico. Ma il Napoli non ci sente.“Josè non si muove”, sul mercato. Ma sul campo anche quest’anno è imprendibile. Già nove i gol realizzati. Secondo miglior marcatore alle spalle di Higuain. A novembre arriva una seconda chiamata da Madrid. Quella attesa da una vita. Al telefono c’è Del Bosque che lo convoca per laRoja per la prima volta. Il 15 novembre l’esordio contro la Bielorussia. Emozioni e sensazioni meravigliose che vanno indietro nel tempo e riportano Josè sui quei campetti di polvere e terreno di Motril. Lì dove “Calletì” ha cominciato a correre tra sogni e ambizioni. Sempre dietro a quel pallone. Un amore lungo 28 anni. Tanti auguri Josè!
Fonte: Gianlucadimarzio.com
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro