Quando torni dall’estero ti senti di essere andato a fare un giro su Marte e poi di essere tornato sulla Terra. Scusatemi, ma oggi non mi soffermerò solo a parlare di calcio, tattica, mercato e quant’altro. Lo sport più popolare d’Italia ha profondi legami con la vita sociale, perciò ci tiene occupati così tanto tempo a parlarne, emozionandoci, commuovendoci per esempio per le storie toccanti di Cassano e Gattuso, arrabbiandoci e anche divertendoci.
Mercoledì scorso sono stato a Monaco di Baviera, all’Allianz Arena e mi è sembrato di essere in un altro pianeta. Ogni minuto trascorso in Germania era un cazzotto che ti riportava al confronto con l’Italia, con i suoi problemi, i suoi stadi ed i nostri modi di relazionarci agli eventi.
Il presidente De Laurentiis ha detto di voler studiare l’Allianz Arena, consiglio al presidente di evitare un’analisi approfondita perché paragonare il San Paolo all’impianto bavarese è un dolore troppo grande. Il patron risponderebbe: “A Monaco hanno lo stadio loro, io sto ancora alla Convenzione con il Comune”. E’ vero, questo Paese che ti fa vergognare di esso quando sei all’estero ha un Governo che tiene ancora la legge Crimi bloccata in Parlamento. Sono tutti d’accordo sugli stadi di proprietà, ma, tranne lo Juventus Stadium, non si vedono segnali di novità. Il presidente De Laurentiis, con il coraggio dimostrato finora nell’ottima gestione del club partenopeo, esca allo scoperto e dica chiaramente cosa vuole fare. Il sindaco De Magistris è apertissimo al dialogo, ma servono azioni concrete; finora gli interventi di ammodernamento sono stati compiuti tutti dal Comune di Napoli. Dei famosi tabelloni, la cui installazione toccava al Napoli, non c’è traccia.
Le motivazioni sembrano sia da addebitare alla staticità dell’impianto. Si predisponga un project financing coinvolgendo anche altre aziende pronte ad investire nell’ammodernamento dell’impianto. I pugni presi a Monaco di Baviera arrivano dappertutto; penso che sono tornato a casa in piena notte con i mezzi pubblici tranquillamente e nella mia Napoli, anche dopo una partita di calcio, ciò è inimmaginabile. I tagli effettuati alle aziende di trasporto pubblico hanno fatto saltare anche il servizio supplementare garantito dopo le gare disputate al San Paolo. Se poi usciamo dall’argomento calcio, le botte poi sono ancora più violente e se confronti gli stipendi dei lavoratori tedeschi a quelli italiani ti viene l’emicrania. Se riporti poi il discorso ad un confronto con la condizione sociale della nostra terra, ti passa la voglia di continuare.
Qualcuno da casa mi chiede lumi sulla sconfitta del Napoli per 3-2 in casa del Bayern Monaco, che dal 7 Agosto, tra Champions e Bundesliga (City compreso) aveva subito un solo gol. La mia risposta è che, in virtù dei “cazzotti” presi in merito all’impianto ed a tutta l’organizzazione, ciò di cui più sono orgoglioso è la prestazione sul campo del Napoli. La compagine partenopea è una squadra giovane, inesperta; dell’undici che ha affrontato il Bayern dal primo minuto solo De Sanctis ha disputato la Champions in passato. Fernandez, quando è tornato in campo per il riscaldamento, si è fatto scattare una foto da Campagnaro per immortalare il momento storico.
La prestazione complessiva degli azzurri presenta una sola grande pecca: essere andati in bambola dopo il primo gol ed averne subiti altri due. Il Napoli, dopo il primo colpo, è andato in crisi dal punto di vista difensivo contro una squadra che arriva in porta con un gioco corale e che soprattutto attacca senza dare punti di riferimento. Se poi pensiamo anche che il secondo gol è realizzato in fuorigioco, allora possiamo essere tolleranti nei confronti degli azzurri. Il requisito essenziale di un gruppo è la capacità di uscire dalle difficoltà, di non mollare mai trovando le risorse per rimediare agli errori. Se poi lo fai a Monaco di Baviera contro un avversario di grande spessore, allora meriti gli applausi. Non era da tutti trasformare in grande carica il gol del 3-1 segnato a fine primo tempo, riorganizzarsi con la difesa a quattro e con il contributo di Hamsik in mediana presentando molte più garanzie in fase difensiva resistendo anche in inferiorità numerica. Questa squadra ha un gruppo solido, trascinato da un grande allenatore; bisogna arrabbiarsi per lo scivolone di Catania, non per la sconfitta contro il Bayern. Il test di Monaco è stato abbondantemente superato dagli azzurri, che devono solo ritrovare un po’ di lucidità e la forma di qualche giocatore per tornare a correre.
La sosta è cominciata in anticipo a causa del rinvio di Napoli-Juventus, altro evento che mi ha confermato le mie profonde criticità sull’approccio di un certo modo di fare informazione.
Le istituzioni, al cospetto di un’emergenza che si era abbattuta sulla Campania ed in presenza di un allarme meteo previsto per il pomeriggio e soprattutto per l’indisponibilità delle forze dell’ordine già impegnate a risolvere i tanti problemi prodotti dai due nubifragi abbattutisi tra Sabato e Domenica, hanno deciso in maniera saggia di rinviare l’incontro. E’ una questione di sicurezza, considerando le difficoltà che già normalmente presenta la viabilità del quartiere Fuorigrotta in occasione degli incontri di calcio al San Paolo. Il titolo di Tuttosport “O sole mio” e le illazioni sulla volontà di favorire il Napoli stanco sono l’espressione di un atteggiamento immaturo e poco responsabile. Qualcuno spiega loro che la sicurezza delle persone è di gran lunga prioritaria rispetto al calendario ingolfato o al presunto stato di forma della Juventus. C’è solo da esclamare: “Povera Italia”.
Fonte: Ciro Troise per il “Corriere del Pallone”
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