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Da Milano: “Mazzarri-Allegri, tanto lontani, tanto vicini…”

“Studiate ragazzi” – ricordano sempre genitori e nonni -. Loro di gavetta ne hanno fatta e ora si godono il raccolto di un seminato lungo chilometri, sono Massimiliano Allegri e Walter Mazzarri. Partiti da Livorno e arrivati nelle due squadre più forti d’Italia. L’allenatore del Napoli, prima di giungere all’ombra del Vesuvio si è tolto non poche soddisfazioni. Il destino ha voluto che proprio sulla panchina del Livorno nasca la prima e unica promozione della sua carriera. Stagione 2003/04 e terzo posto che vuol dire Serie A, da ricordare il successo per 3 a 0 con tripletta di Protti proprio al Napoli. A Reggio Calabria prende confidenza con la massima competizione italiana per approdare nel 2007/08 a Genova. Alla prima stagione raggiunge un piazzamento nell’attuale Europa League con la Sampdoria. Raggiunge il paese del sole due stagioni fa riportando il Napoli in Europa, prima della grande corsa dell’anno scorso terminata con uno storico terzo posto. Caratteristica imprescindibile del Mazzarri allenatore è la difesa a tre: centrocampo e attacco possono essere a quattro o a cinque in base alle qualità dei propri giocatori. Quest’estate il flirt con la Vecchia Signora ha dimostrato la voglia che Mazzarri ha di migliorarsi. Il mancato tradimento però ha riavvicinato più di prima  Napoli e il Napoli all’allenatore toscano. Allegri, al contrario, non può fare a meno della difesa a quattro che ben si sposa con la filosofia rossonera (solo Zaccheroni nell’era Berlusconi utilizzò una difesa a tre, vincendo anche uno scudetto). Storico Allegri che porta al primo anno, dopo essersi seduto sulla panchina di Aglianese, Spal e Grosseto, il Sassuolo ad una storica promozione in B. A Cagliari trova la giusta consacrazione aggiudicandosi anche il premio di “panchina d’oro” come miglior allenatore. Speculare all’attuale schieramento rossonero, in Sardegna schierava Conti davanti alla difesa con Cossu dietro le punte. Napoli-Milan riporta indietro nel tempo il calcio e i tifosi. Gli azzurri non hanno Maradona, i rossoneri sono privi di Van Basten, il big match sarà di quelli che oggi non avrà molto senso (visto che il campionato è ancora lungo) ma che domani farà discutere e peserà molto per il titolo finale.

 

Fonte: milannews

 

La Redazione

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