Secondo quanto riferisce il portale fcinter1908.it, la vicenda intercorsa tra Roberto Mancini, allenatore dell’Inter e Maurizio Sarri, tecnico del Napoli sarebbe definita come “un apostrofo marrone tra le parole buona ed educazione”. Un vicenda dalla quale Sarri uscirebbe come un personaggio “miserevole e imbarazzante” per il comportamento del tecnico partenopeo nei confronti di Roberto Mancini. Sono sei i punti attraverso i quali si cerca una spiegazione alla vicenda che tanto sta facendo parlare media e tifosi:
1 – “Sono cose che devono restare sul campo”. “Ma chi l’ha detto? Può essere valido, al limite, per i giocatori che in un raptus agonistico possono trascendere, sebbene a vedere i loro stipendi e sapendo la loro visibilità dovrebbero darsi una gran regolata. Da noi cresce il miglior vivaio di simulatori e il calcio italico è l’unico luogo in cui dopo aver subìto un fallo i calciatori… si pettinano. Ma un 57enne allenatore di Serie A, che guida la prima in classifica dovrebbe avere coscienza del suo ruolo, a maggior ragione perché è uno che ha fatto la gavetta sui campi di provincia”.
2 – “Sì ma Mancini non doveva dirlo”. “Se lo ha fatto significa che è stato evidentemente ferito dalle parole del collega. Se l’Inter avesse perso, tutti avrebbero dato del piangina a Mancini, ma siccome ha vinto cangia in spione. Si, perché nel Paese dove l’omertà impera ed è diventata una consolidata pietra angolare della way of life italica, una persona che sceglie di rovinarsi una bella serata di calcio, mettendo a nudo le fistole prodotte da un insulto e rivelando di essersi preso del “finocchio” o “frocio” è un poveraccio, una spia, un pusillanime. Non un Uomo”.
3 – “Vabbè ma “frocio” non è poi così grave come insulto”. “Minimizzare è delittuoso perché rende l’eccezione normale e l’insulto entra a far parte di un modo di essere accettato e condiviso”.
4 – “Ma anche Mancini in un Lazio-Juventus disse che…”. “Rispecchia un malcostume fantasticamente italiano di cercare, quando uno subisce un torto o un’offesa, uno scheletro nell’armadio che annulli l’insulto perché “Anche lui, cazzo parla oh?”.
5 – “Ma Mancini è gay? Mancini é notoriamente eterosessuale, per cui le parole di Sarri sono solo parole offensive, non discriminanti”. “Mille persone che gridano “merda” ai rivali=squalifica e laurea criminis causa, ma un allenatore di Serie A che in preda a un raptus dice “frocio” a un collega ci può stare. Avanti Savoia”.
6 – “Sarri non ha fatto nulla di male. Anche io ho amici gay, sono brave persone”. “La frase “sono brave persone” attesta meravigliosamente le percezione della tematica in Italia: è una setta, una sorta di circolo chiuso (e vizioso). Ma da quando le abitudini sessuali influenzano il comportamento sociale? Ciò che infine resta è il dispiacere umano nei confronti di Sarri, che evidentemente ha dei pregressi non molto sereni in tema di anatomia maschile, ma dispiace soprattutto constatare la leggerezza con cui, nel nostro Belpaese, viene affrontato un tema, quello dell’omosessualità, che costringe persone a vivere nell’ombra e nella paura di essere ferite ogni giorno, fino a spingere al suicidio giovani ragazzi vittima delle deficienze altrui”.
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Fonte fcinter1908.it
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