Il presidente è felice. Si capisce dal sorriso, dall’espressione soddisfatta. Normale: Aurelio De Laurentiis raccoglie la seconda Coppa Italia nel giro di tre stagioni. Roba non da poco, soprattutto se si pensa da dove è partito il suo Napoli. «Questa coppa la dedichiamo alla città di Napoli – dice il numero uno azzurro – a tutti quanti i tifosi che hanno seguito la partita da casa, i tifosi qui presenti al nostro fianco e soprattutto al napoletano malauguratamente ferito e che però è stato immediatamente operato. Anzi, ringrazio l’ospedale e i medici che lo hanno soccorso».
Italia. Con un personaggio del calibro di De Laurentiis non si può non parlare di quanto accaduto prima della partita, tra incidenti e partita in dubbio fino all’ultimo. Possibile? Accade solo in Italia? Il presidente racconta quanto accaduto in quei lunghi 45 minuti: «Abbiamo voluto verificare con il prefetto e il questore come creare le giuste condizioni perché la partita fosse disputata. Altrimenti sarebbe stata davvero una brutta sconfitta per tutto il calcio italiano. Il prefetto e il questore sono stati davvero straordinari, insieme abbiamo risolto il problema anche con l’aiuto delle rispettive tifoserie che sono state estremamente comprensive e collaborative».
Feeling. Uno dei segreti di un Napoli che ormai è lanciatissimo, sta anche nel rapporto tra il numero uno e Rafa Benitez. Proprio De Laurentiis ha scelto il tecnico e gli ha affidato il progetto di ulteriore crescita: ne ha valutato le doti umane, non solo tecniche, e oggi tra i due il rapporto appare forte e in grado di andare avanti per anni. «Rafa – dice ancora De Laurentiis – non devo certo difenderlo io, perché non ha bisogno delle difese di nessuno… Lui è un grandissimo professionista, un allenatore straordinario. Con tutti cambiamentei che ha avuto questa squadra non era affatto facile raggiungere questa vittoria. In più Benitez ha portato avanti un campionato pressoché straordinario con persone che non conosceva, in un ambiente che conosceva assai poco. E ricordiamoci che giocare in Italia è un conto, ma a Napoli è un’altra cosa. Quindi chapeau a Rafa…» .
Valore. La Coppa ha un sapore speciale per il presidente: «Sì, testimonia la bontà del nostro progetto. E poi ci mette in condizione di sfidare ancora la Juve, in questo stadio dove li abbiamo battuti già due anni fa in Coppa Italia. Stavolta avremo la Supercoppa in palio, con loro è sempre una partita che mi piace particolarmente» . Il presidente si concentra sul Cagliari: «Martedì sera vogliamo condividere questa gioia con la nostra gente, anche perché stanotte non era il caso di fare grande festa. La Coppa rimarrà nel mio ufficio fino a martedì, poi la porteremo al San Paolo contro il Cagliari».
Fonte: Corriere dello Sport
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