Storie, recenti, di sgarbi e di scippi di mercato. Quella di Icardi è solo l’ultima di tante telenovelle che hanno visto spesso il Napoli protagonista involontario. È cambiato il mercato, sono mutate le strategie, è scomparsa quasi del tutto quella stretta di mano (oggi si chiama «gentlmen agreement») che un tempo da sola bastava per considerare chiusa una trattativa.
Oggi conta la furbizia nel far salire l’asticella delle quotazioni e la capacità di far lievitare le offerte in extremis a discapito di accordi già presi con altri club. Icardi fino a due giorni pareva destinato al Napoli e basta. L’Inter s’è intromessa offrendo più soldi al giocatore e alla Samp, così oggi Maurito è molto più nerazzurro che partenopeo. Ancora con l’Inter storie simili sono accadute per Ricky Alvarez e Alvaro Pereira: gli azzurri avevano «chiuso» con il Velez e il Porto prima dell’intromissione improvvisa e decisiva del club di Moratti. Anche il recente caso Campagnaro dimostra che tra Napoli e Inter probabilmente i rapporti non sono improntati alla cordialità e al rispetto reciproco.
Due estati fa il ds Bigon sembrava avere in pugno Erik Lamela, talento emergente del calcio argentino, in forza al River Plate. Il biondo mancino finì poi alla Roma, dove tuttora gioca. Questione di «vil moneta», si disse. Come per Criscito: accordo trovato tra Napoli e Genoa per il forte difensore, annuncio di entrambe le società poi la sorpresa finale: non vengono esaudite le richieste in tema d’ingaggio e così il mancino cede alle tentazioni russe dello Zenit.
Passando per Borja Valero, corteggiato a lungo prima che l’ex Villareal passasse alla Fiorentina, si arriva agli eterni contrasti con la Juventus. Maestra in quanto ad azioni di disturbo (non solo con il Napoli, vedi il caso Berbatov con la Fiorentina), la società bianconera ha condizionato più d’una volta le scelte di mercato del Napoli. Quello di Federico Peluso è il caso più recente. La scorsa estate il Napoli s’era messo sulle tracce di Isla e Asamoah, non bastarono i buoni rapporti tra De Laurentiis e Pozzo, i milioni di euro in più garantiti da Torino fecero la differenza.
Niente in confronto a quanto accaduto con Vidal e Verratti. Il cileno due anni fa aveva detto sì al Napoli: cambiò idea dopo essersi piegato alle offerte più vantaggiose dei bianconeri. Ad agosto Bigon aveva «chiuso» per Verratti, accordo con il Pescara e con il giocatore che sarebbe rimasto un altro anno in Abruzzo. S’intromette Marotta: offre ovviamente di più, molto di più. Verratti va a Parigi al Psg ma la strategia è quella di tornare presto in Italia: è già ai ferri corti con Ancelotti e ora sogna la Juve.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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