Perché il dolore non ha bandiere, né (più) frontiere: ma è una straziante fitta che avvolge da Nord a Sud, che collega due Mondi separati da quel rivolo di razzismo e li collega, unendoli, in un disorientamento di massa che fa deambulare faticosamente. Perché Ciro è il figlio scomparso d’una Italia ch’è rimasta pietrificata e che con un R.I.P. o pure qualche riga non formale ma istintivamente sincera prova a scuotere la coscienza di quelle “belve” che hanno rivoltato il football e pure il Paese sotto sopra. Perché non c’è un sentimento calcistico da domare, adesso, non un rimpianto brasiliano da governare, ma c’è un grumo di tristezza, chiamatela così, che travolge e che induce Gianni Morandi (dimessosi proprio dopo l’ultimo Bologna-Napoli da presidente onorario rossoblù) ad aprire se stesso attraverso Facebook, la finestra sull’universo: «25 giugno. Oggi tutti parliamo dell’eliminazione dell’Italia ai Mondiali di calcio ma la notizia veramente grave è la morte di questo ragazzo, Ciro Esposito, tifoso del Napoli….Com’è possibile che possano succedere queste cose, quando il calcio dovrebbe essere una festa? Sono vicino ai famigliari di Ciro….».
Tante società
Perchè il pallone ha un effetto ora regolare, danza sul web e non c’è club che non avverta il desiderio di mostrare ciò che “sente” ognuno di noi, quel peso e non è necessario essere padre, e l’Inter e il Milan e la Fiorentina e la Roma che già all’alba ha emesso un comunicato ufficiale per esprimere il «proprio sconcerto» e la Lazio con Lotito che scrive di pugno suo «del cuore spezzato per la morte di Ciro» e poi il Genoa e Portanova personalmente e Antonio Floro Flores con un tweet e la Sampdoria come club e Ferrero come presidente blucerchiato e la Lega di Serie A e nei vicoli di Salerno con un lenzuolo gigantesco e comunque chiunque, ma davvero, e infine Nino d’Angelo che non ha versi, né note: «Tutti colpevoli, tutti sconfitti. Ciro non ce l’ha fatta…». Dal Brasile, scrive Lorenzo Insigne: «Un pensiero va a te che sei volato via troppo presto e troppo crudelmente…questa è una vera ingiustizia…ciao Ciro riposa in pace». Perché questa vita se n’è andata, senza che esista un solo perché.
Fonte: Corriere dello Sport
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