Tutta Italia si è accorta di Mauro Icardi. Una doppietta alla Juventus non si fa per caso, è stato un po’ il commentodi tutti. In effetti, ma non erano un caso nemmeno le prestazioni precedenti: gol nel derby, altre due autoreti (controGenoaeFiorentina) provocate dai suoi movimenti, due rigori conquistati, gran gioco, una sola partita sbagliata contro la Lazio. Solo che adesso ci sono anche i due gol a Buffon: unaspecie di certificato di maturità che i procuratori di Icardi potranno spendersi giovedì. Tra due giorni infatti l’agente spagnolo del giocatore, Morano, e il suo rappresentante in Italia Savini vedranno Sagramola e Osti, amministratore delegato e direttore sportivo della Sampdoria. Oggi Icardi piglia 70 mila euro all’anno di stipendio e ha un contratto con il club doriano che va fino al 2015.Gli agenti chiederanno un adeguamento per arrivare a circa 500 mila euro; la Sampdoria rilancerà chiedendo un allungamento fino al 2017. I due gol contro la Juventus complicano un po’ le cose per la Sampdoria; ma non a livello di quello che accadde con Quagliarella. In questo girone di andata il valore di Icardi, che la Samp acquistò per 280 mila euro dal Barcellona, è cresciuto in maniera costante. Adesso, dopo la doppietta di Torino, può essere fissato a circa 5milioni di euro. Il direttore sportivo del Monaco, Riccardo Pecini, è l’uomo che portò Icardi dal Barcellona alla Samp. Ieri ha affermato: «Si tratta di un valore puramente teorico. Il valore di un giocatore lo fanno la domanda e l’offerta. Nessuna delle squadre che può permettersi di comprare Icardi verrebbe a chiederlo oggi, piuttosto lo pagano di più quando sono certe che sia un giocatore fatto. E la Sampdoria non intende certamente venderlo adesso sapendo che, al limite, può farlo tra qualche anno con maggiore vantaggio economico». Però filosofeggiando si può stare su quella cifra. Del resto non molto tempo fa il Napoli aveva fatto un’avance: 1,7 milioni di euro per la metà del cartellino. E la Sampdoria ha detto no. Chiaro che il club ligure è convinto di avere per le mani un potenziale campione. Stessa cosa che pensano i procuratori del giocatore.
Fonte: Il Secolo XIX
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