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Da Behrami a Uvini sarà la notte dei debutti

Mesto è considerata un'intrigante alternativa a Christian Maggio

E dai che intriga, su. Certo, c’è pure chi storce il muso o il naso, ma non può farlo sicuramente sino a cambiarsi i connotati. Solo un poco, non di più. Perché sarebbe un controsenso sparare a zero sul mercato del Napoli. Perché invece i più si sono resi conto che è stato fatto il possibile, tenendo fermi i principali punti cardine della filosofia societaria, dal buon senso, allo spending review ed il fair play. Un bel po’ di cosette da tenere d’occhio (oltre alle richieste del tecnico e gli equilibri di spogliatoio), un bel po’ di operazioni da far quadrare, per far bene quadrato, e non far rimpiangere qualche partenza ancora in fase di digestione. E allora: partenze da collegare ad arrivi “intelligenti”, per un Napoli che anche stavolta dovrà lottare su tre fronti, con la variante della Euroleague in luogo della Champions. Ma fa sempre tre. Volti nuovi per un Napoli ancora competitivo, come quello delle ultime stagioni, ed anche un pizzico in più. Piedi nuovi per una prima impronta di squadra (visto che le bocce si sono appena mosse) che, checché alcuni ne possano dire, può avere al momento almeno la presunzione d’intrigare.

NELLA BOTTE PICCOLA – C’è quasi sempre un vino più buono. Ed ottimi piedi (ma anche testa) in soli 163 centimetri. Ecco perché il Napoli s’è ripreso a tutti i costi Insigne dopo averlo fatto crescere sotto l’ala di maestro Zdenek. Dal Foggia al Napoli e la Nazionale in soli due anni, una bella favola appena cominciata. Parliamoci pure chiaro, Lorenzo è di sicuro il nuovo volto a capo della speciale classifica.
GLI EX VIOLA – Sono due e, come si sa, oggi ritrovano il colore viola. Valon Behrami, kosovaro-albanese ma di nazionalità svizzera, è il centrocampista che in effetti Mazzarri cercava, ancor più dopo il commiato di Gargano. Ha dalla sua una duttilità estrema unita a sagacia tattica e spiccato senso dell’applicazione. Tanto che fu uno dei pochi a salvarsi nella scorsa stagione, in una Fiorentina nemmeno lontana parente di quella attuale. Con lo svizzero è arrivato anche Alessandro Gamberini, ex capitano viola e perno centrale di difesa, con più chiamate in nazionale (otto nella maggiore, ma pure con Prandelli un anno fa nell’amichevole Italia-Irlanda), anche stavolta per volere del tecnico, soprattutto per tamponare improvvise defezioni ed aggiungere più qualità al turnover.
IL FUTURO – Sono di certo il presente e potrebbero essere un futuro sempre più roseo. Omar El Kaddouri e Bruno Uvini. Il belga-marocchino è un po’ un jolly offensivo dai piedi molto buoni che potrebbe far molto comodo fra mediana ed attacco, ma nel frattempo crescere semmai studiando vita, opere e movimenti naturalmente di Marek Hamsik. Viste le zone di competenza, in una squadra dove ognuno ora ha (almeno) il suo doppio. Anche sul gigante Uvini c’è voglia di scommettere. I presupposti ci sono: l’età in primis e poi anche le referenze.
L’ULTIMO – Non è detto perciò che non sarà fra i primi. Giandomenico Mesto in azzurro, il frutto del primo “affaire” fra De Laurentiis e Preziosi, arrivato al suono della campanella quando sembrava allontanarsi del tutto. Altra intrigante alternativa, stavolta a Maggio: non di primo pelo ma con esperienza, corsa e tiro buono. Garantisce ancora Mazzarri.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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