Toh, anzi toc, è bastato infatti solo toccarla ed è schizzata in cielo. Quella palla dispettosa, trovata d’improvviso fra i piedi ad un sol metro dalla porta, con una faccetta da impertinente disegnata su. Altro che amico-Wilson, nel film Cast Away unico conforto per Tom Hanks. Stavolta nemica di Calleti e complice dell’Atalanta, però arrivata (meno male) sotto forma di eccezione che conferma la regola. Perché poi il torero di Motril è riuscito a metterne dentro ben altre. Da dieci, quindici metri, da fermo, in corsa, tagliando l’area a fette, scovando gli angoli impossibili. Sfidando persino i teoremi geometrici e mettendo a dura prova le articolazioni dei portieri. José Maria Callejon, a causa di quella palla impazzita, alla sesta (partita) s’è dovuto forzatamente riposare, non riuscendo ad eguagliare Maradona e Cavani che la sestina (di seguito) l’avevano fatta. Vabbè, ma ad uno così non gli si può dire proprio niente. Se non che è acqua già passata, e adesso arriva la Roma. Lui lo sa, come sa anche molto bene che la tentazione di riprendere la serie interrotta diventa per tale motivo ancora più forte. Il nemico giurato della Lupa è sempre capitan Hamsik con 5 gol e 5 assist su 15 incroci (di cui 2 in Coppa Italia). Ma José nel suo piccolo non scherza mica. E addirittura può vantare una percentuale realizzativa superiore al suo vicino di trequarti. Quattro presenze contro la Roma (equamente ripartite fra campionato e Coppa Italia) e ben due gol, ovvero a rete nel 50% dei casi. Però, attenzione, anche tre cartellini gialli. Nel senso che il colore giallorosso lo galvanizza ma lo eccita anche più del consentito. Ebbene, allora ricordiamoli (i gol). Anche qui Calleti è stato salomonico, segnando sia in campionato che in coppa Italia, l’un dall’altro a distanza di nemmeno un mese. Prima nella semifinale del San Paolo (ritorno) del 12 febbraio scorso (di testa su imbeccata di Maggio), e poi il 9 marzo sempre a Fuorigrotta e sempre di cabeza, ma stavolta dietro suggerimento di Ghoulam. E allora, come si dice: non c’è due… E stavolta usa la testa.
Fonte: Corriere dello sport
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