Nemmeno una telenovela strappa lacrime brasiliana poteva ottenere un successo così clamoroso: 8.800.000 spettatori incollati alla tivù per ognuna delle 78 puntate, dal 3 luglio al 25 ottobre. E allora perchè non farne un seguito? In Colombia sono impazziti per “La Seleccion” e in questo caso non stiamo parlando della nazionale che dopo una assenza di 16 anni (non ci riusciva da Francia 1998), è tornata a qualificarsi per un Mondiale. Ma per una serie televisiva che ha riportato sugli schermi il periodo più esaltante della storia del calcio “cafetero”: quello a cavallo tra l’80 e il ’90, imperniato su quattro nomi che da Bogotà a Medellin, fino a Cartagena sono diventati una leggenda. Renè Huigita, Carlos Valderrama, Faustino Asprilla e Freddy Rincon: ecco i quattro miti viventi del calcio colombiano che, interpretati da altrettanti attori, si sono rivisti in quelli che sono stati gli anni più belli della loro vita. Si è trattato di un progetto del network colombiano Caracol TV, nato dal pensiero di creare qualcosa che potesse ricordare quella che è stata, finora, la vittoria più esaltante della nazionale del caffè, il celeberrimo 5-0 sul campo dell’Argentina, il 5 settembre del 1993 a Buenos Aires che diede il pass diretto ai Mondiali del 1994. La peggior sconfitta casalinga degli argentini, con Maradona e l’allora moglie Claudia sugli spalti, l’esaltazione per la Colombia. Ecco che da quel momento poi si è andati a ritroso nel tempo e si è partiti dal 1987 per raccontare una storia unica. La serie è costata 147.000 euro a puntata e ha avuto un ritorno clamoroso, al punto che la seconda parte è già stata pensata e dovrebbe partire da dove ci si era lasciati, il trionfo argentino, fino ad arrivare a Francia 1998, l’ultimo Mondiale disputato dai “cafeteros”, in attesa di poter avere altro materiale da film da Brasile 2014.
ANCHE IN ITALIA – Le riprese delle 78 puntate della prima parte de “La Seleccion” sono state girate in diverse città colombiane, ma anche in Europa, da Madrid a Parigi e in Italia dove le telecamere si sono fermate a Roma, Bologna e Parma. «Il problema più grosso da superare – ha spiegato Asier Aguilar, produttore di Caracol TV – è stato per quelle partite delle quali non avevamo i diritti, come i Mondiali di Italia 90, abbiamo dovuto ricreare tutto» . Ma il successo de “La Seleccion” è stato quello di raccontare il calcio andando a ripercorrere le strade delle quattro grandi stelle, dai loro primi passi, fino al successo. Da Renè Higuita, il portiere spettacolo, “lo scorpione”, al Pibe Valderrama, Freddy Rincon e infine Tino Asprilla, che la sua fama, in campo e fuori, la deve soprattutto all’Italia e al Parma. «Questa serie televisiva è stata davvero importante – ha spiegato Tino – un onore che ci abbiano ricordato in questa maniera. Sono felice. Si tratta in definitiva di un omaggio in vita che ci hanno tributato. È una grande allegria pensare che hanno fatto tutto questo per quello che noi abbiamo dato alla selezione del nostro Paese» .
RIPRODUZIONE PERFETTA – Asprilla, come del resto anche i suoi ex compagni di nazionale, è rimasto entusiasta di come sia stato rappresentato il suo personaggio: «Meglio di così non si poteva fare – ha aggiunto – hanno ricreato tutto così vicino a quella che è stata la mia vita, cominciando da quando ero un bambino, perchè tutti i movimenti sono veramente simili a quelli che facevo io» . Ma forse la parte più difficile è stata quella di Alex Murillo, sullo schermo Higuita: «Due mesi di preparazione fisica e potenziamento per le gambe prima delle riprese – ha raccontato – ci siamo parlati con Renè qualche volta, ma soprattutto ho visto per ore i suoi video» .
Fonte: Corriere dello Sport
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