E che fatica per prenderlo. Fu un intrigo internazionale. Settimane di trattative. Intrusioni, accordi paralleli, qualche stretta di mano di troppo e forse anche qualche firma. Tutti volevano Zapata. S’era mosso il Sassuolo. E in maniera decisa. Forte. Poi apparve la Juve sullo sfondo. E c’erano anche il West Ham e il QPR. L’accordo finale a Roma, ristorante zona Pantheon, nome «Scusate il ritardo». E come, sennò. Ce ne ha messo di tempo Zapata per diventare del Napoli. Tavolone lungo quella sera. Presenti Bigon, Micheli, Duvan ovviamente, e i vertici del club argentino, compreso il presidente Lombardi. Affare importante. Sette milioni di euro il costo: l’operazione di mercato più ricca nella storia dell’Estudiantes. L’arrivo di Zapata a Castelvolturno un giorno di fine agosto. Caldo. Sveglia tardi e pranzo in ciabatte con toast e patatine. Poi in campo col tramonto, impressionando per la forza fisica: spalla a spalla non lo butti giù. Zuniga il compagno, l’amico e connazionale che con Armero (fino a gennaio) l’ha accompagnato in questi mesi napoletani. Spesso insieme. Musica colombiana a palla, il sorriso anche quando è maltempo e un’amicizia forte. A Marassi, per far tornare in campo Zuniga, ha scaraventato fuori il pallone. Sapeva, come nessuno, quanta voglia avesse di giocare…
Fonte: Corriere dello Sport
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro