Per portarlo al Real Madrid dopo un Mondiale vissuto da assoluto protagonista Florentino Perez, la scorsa estate, ha sborsato qualcosa come ottanta milioni di euro eppure, solo cinque anni fa, James Rodriguez sarebbe potuto arrivare alla Juventus. E per meno di cinque milioni.
Nella primavera del 2010, infatti, l’allora capo degli osservatori bianconeri Renzo Castagnini blocca un giovanissimo Rodriguez, all’epoca di proprietà del Banfield, prima trovando un principio di accordo con lo stesso ragazzo e il suo procuratore in un noto hotel di Buenos Aires, poi chiudendo l’accordo con il club argentino sulla base di 4,9 milioni di euro.
Una volta rientrato in Italia però, come ricostruisce ‘La Gazzetta dello Sport’, Castagnini si rende conto che il suo viaggio sarà infruttuoso dato che di fatto lui e Secco vengono emarginati mentre la gestione pro-tempore è affidata a Roberto Bettega che, nel momento di difficoltà vissuto dalla Juve dell’epoca, preferisce bloccare tutte le operazioni minori.
Come quella relativa a James Rodriguez, certo, ma anche come il previsto acquisto dei due belgi Hazard e Nainggolan, entrambi bloccati per una cifra complessiva non superiore ai dieci milioni di euro dalla dirigenza ormai esautorata.
Un vero e proprio delitto con il senno del poi, specie considerando come già nel 2008 qualcuno in Italia avesse adocchiato James Rodriguez. Carlo Osti, allora Ds dell’Atalanta, infatti nota subito le qualità di quel ragazzo che gioca nell’Evingado ma purtroppo privo del passaporto comunitario che gli avrebbe permesso di tesserarlo immediatamente.
Nel gennaio del 2010, poi, ci prova anche l’Udinese prima del pre-contratto con la Juventus e del passaggio al Porto dove il ragazzo acquisisce valore fino al traferimento in quel di Montercarlo per ben 45 milioni di euro. Cifre già fuori portata, insomma. Almeno per i club italiani.
Goal.com
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