Scrive Italo Cucci su Il Roma: “Lucarelli mi ha molto colpito sul piano ideologico, culturale e filosofico.” Non sono parole di Mazzarri, il suo primo sostenitore, ma di De Laurentiis: un pensiero alto, parole alate tali da stupire i suoi detrattori che ormai lo vedono scappare in motoretta mentre gli indirizza parolacce sfuse e a pacchetti. Lucarelli Cristiano, anni 36, livornese di scoglio, che ha giurato «Napoli scudetto in tre anni» e ovviamente conta di esserci, a fianco del maestro/amico Walter, con il quale ha costruito un Livorno da combattimento che non dimenticheranno mai. Come non dimenticheranno Igor Protti, l’altro bomber, e le Brigate Autonome Livornesi, gli ultrà irredenti e irridenti, quelli che vorrebbero sottomettere Pisa e che si presentarono a San Siro berlusconizzandosi con la bandana. In attesa di approfondire l’Aureliopensiero sul piano ideologico, culturale e filosofico, cogliamo lo spirito della truppa azzurra evidenziato proprio dall’exploit di Lucarelli che vuol dire soprattutto – dopo il suo recupero da un grave incidente – lavoro lavoro lavoro, impegno umano prima che tecnico; quanto basta per riportare in auge, fin dalle prossime battute di campionato, le massime virtù di questo Napoli, ovvero gran fondo fisico, resistenza, durata e capacità di finalizzazione. Il lavoro come viagra, insomma. Ma un lavoro allegro, non ossessivo: e per questo Mazzarri si trova bene con Lucarelli, l’uomo che – quando giocherà – potrà essere quell’allenatore in campo che il Napoli non ha mai avuto. Il mercato non ha sconvolto il gruppo, tenuto insieme anche da condizioni economiche misurate, tali da non creare perniciose invidie; è allegro – se sincero, come è giusto credere – anche l’annuncio di Lavezzi di tornare per restare e restituire al popolo azzurro il “Pocho” che in qualche momento della scorsa stagione sembrava perduto. Se un bel lavoro ha fatto, il Napoli, al mercato, oltre ad agguantare il prezioso Inler, è stato quello di conservare i Tre Tenori e il meglio della compagnia, mentre altrove c’era chi s’arricchiva, come Pozzo con Sanchez e Zamparini con Pastore, tanto per dire i rappresentanti di due società, Udinese e Palermo, fino a ieri della stessa caratura tecnica del Napoli. Gli azzurri, a questo punto, sono più interessati a conoscere il futuro dell’Inter, ancora incerta se perdere il divino Eto’o e darsi quel rovinafamiglie di Tevez, e della Juve, felicemente approdata al concreto Vucinic dopo aver rischiato di dilapidare come sempre enormi ricchezze per Pepito Rossi, ch’è bravo ma non campionissimo come la valutazione economica indicava, o per Aguero, un altro sopravvalutato che credo non farà felice Mancini. A proposito del quale, presa nota della sua stima per Balotelli giocatore ma non per l’uomo, mi piacerebbe che qualcuno gli togliesse un pensiero riportando in Italia il re dei Cattivi Ragazzi. Magari a Napoli. Sono sicuro che Mazzarri – già domatore di Cassano – saprebbe trarne meraviglie. E che De Laurentiis ne resterebbe molto colpito sul piano ideologico, culturale, filosofico. E tecnico”.
La redazione
P.S.
Fonte: napolicalcioweb.com
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