In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Giuseppe Ruocco, membro del CTS e segretario generale del Ministero della Salute: “Penso che il calcio costituisce una vetrina ed un’industria di primissimo rilievo per il Paese. Come tutte le altre attività, nel momento in cui la situazione epidemiologica è migliorata, si è pensato a come farlo ripartire. Tutti gli sport di squadra – compreso il calcio – presentano criticità difficilmente superabili. Questo è uno dei motivi per cui ci si è approcciati gradualmente alla ripresa del calcio, fino a pensare alla futura presenza di un certo numero di spettatori. Per i calciatori e lo staff, ci sono una serie di problemi: i calciatori rientrano presso il proprio domicilio alla fine dell’allenamento, il mondo del calcio – in particolare nelle serie maggiori – ha tutta una serie di persone che girano intorno. Il CTS ha fatto un ragionamento con la FIGC per arrivare a regole che convincessero tutti. Si è discusso della riduzione della quarantena del contagiato, ma siccome è un mondo molto importante, le norme di prudenza sono per ora tutte da applicare. Mi rendo conto che potrebbero essere viste come un cappio, che è vista con difficoltà la fine del campionato. Altri Paesi? Il nostro è stato un Paese colpito in maniera acuta. Il calcio comincia a riprendere in un momento in cui ci sono anche altre attività: pensiamo al turismo. Qualsiasi incidente di percorso, deve dar l’idea di un Paese solido, capace di gestire. Abbiamo applicato norme di prudenza notevoli, che hanno funzionato, seppur severe, rapidamente. Da cittadino e da sportivo, in questo momento credo non si possa ancora allentare troppo. Ci sono ancora dei focolai in varie regioni italiane, tutto questo ci porta ad essere prudenti. Condivido la decisione presa, ma è una decisione dinamica, non credo che sia una posizione necessariamente da portare fino alla fine del campionato. Ci si può ragionare, già ci sono delle prospettive come vedere spettatori allo stadio. La cosa positiva è che il CTS continua a riunirsi, il dialogo è aperta, il Ministro Spadafora è aperto a qualsiasi tipo di ragionamento. Si potrebbe ipotizzare più avanti – in caso di curva epidemiologica favorevole – di andare anche verso altre aperture. L’apertura degli stadi non è esclusa al 100%, si può ragionare con tutte le misure di sicurezza del caso. C’è da chiarire che il CTS non prende decisioni, questo compete al Governo. Tutto è accoglibile nell’ambito del ragionamento scientifico, quindi penso che anche una qualsiasi organizzazione si può rivolgere al CTS che ha una propria segreteria. L’italia è piena di organismi con competenze di settore, se avessimo voluto fare un CTS con tutti gli organi, ci sarebbe stato un sovraffollamento. Ieri c’è stata una polemica anche sugli asintomatici, a tutti piacerebbe poter accorciare la quarantena. È una situazione che anche prettamente sul piano scientifico crea difficoltà, è un dato oggettivo. Il modello è che il CTS fa valutazioni sulla base delle quali il Governo prende decisioni. Test salivare? C’è ancora una zona grigia, come su gli altri. Se ci sono risultati che possono servire da sostegno, il CTS sarà pronto a scendere in campo”.
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