“Voglio giocare col pubblico”. Questa la priorità per il direttore generale del Ctl Campania Giovanni De Micco in vista della prossima stagione calcistica. “Il Campania non smobilita, non abbandona. Si è chiuso un ciclo che è il ciclo a Napoli, città che non è stata in condizione di garantire la serie D ad un club che ha fatto dell’impegno sociale la sua forza. E’ un peccato che la mia città non dia la possibilità di fare calcio a una società come il Campania e a un pubblico come quello di Piscinola, che spesso ha affollato le tribune del Dietro la Vigna sempre in maniera corretta, togliendo a tanti giovani, che non potevano arrivare al nostro amato Napoli calcio, il sogno di far parte di una squadra partenopea: è una sconfitta per la città e per le nostre istituzioni. Io non mi ritengo un’eccellenza napoletana, ma uno che ha fatto qualcosa di straordinario nella sua città, ma come tanti, più grandi e di gran lunga più importanti di me, sonno costretto ad andare via da Napoli. Il Campania vuole una città ma soprattutto vuole un pubblico. Il calcio è fatto di gente che viene a seguire le partite: io voglio che sugli spalti ci siano almeno 1500 spettatori. Se per due finali di Giovanissimi e Allievi Regionali c’è stato l’interesse di un pubblico superiore alle mille unità, questo deve farci riflettere: la serie D è più importante di un settore giovanile e non è possibile che una squadra giochi a porte chiuse in questa categoria. Devo ringraziare il Comitato regionale Campano che mi ha consentito di portare avanti il campionato pur giocando a porte chiuse. Oggi il Campania cerca una città, cerca un pubblico: sarò contento di avere appena dieci tessere sostenitori, ma 1500 tifosi che entrano gratis allo stadio. Non è un fatto economico, ma di motivazioni: m’impegnerò in questo periodo a valutare le proposte già arrivate e quelle che arriveranno e a valutare le piazze che mi possono garantire questo primario obiettivo per la mia squadra”. Il nome resterà Campania ? “Non sarà importante – dice il dg – io mi voglio radicare nel luogo in cui andrò a giocare l’anno prossimo. In questi anni io e il mio staff siamo stati un esempio per come si può fare calcio anche con poche risorse ma con tanta passione, competenza e motivazione. Quella motivazione che oggi può darmela solo un pubblico importante”
La Redazione.
D.G.
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