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Cronache di Napoli – Trattativa De Laurentiis-Al Thani, c’è un nodo sulle strutture che frena tutto. In caso di si scenari positivi anche per la città

Hamad bin Khalifa bin Ahmad al-Thani lo sceicco che vuole il Napoli è un emiro arabo dal 1995 e presidente della Federcalcio del Qatar, nazione che si è aggiudicata tra tante polemiche i Mondiali di Calcio nel 2022. La famiglia Al Thani non è nuova a trattative del genere, infatti nel 2011 è stata protagonista della mediazione che ha portato nello stesso anno Nasser Al-Khelaifi alla presidenza del Paris Saint Germain. Inoltre l’emiro nel 1996 ha finanziato la fondazione di Al Jazeera che ancor oggi trasmette le immagini della nostra Seria A negli Emirati Arabi. Dunque se la cessione del Napoli andasse a buon fine si aprirebbero nuovi e clamorosi scenari e cambierebbe di colpo la storia degli azzurri. Benitez da sicuro partente potrebbe restare all’ombra del Vesuvio. potendo contare su corposi investimenti di mercato e costruire una squadra di stelle in stile Psg o Manchester City. E’ di ieri l’annuncio del Manchester City di una nuova colossale operazione che è ai margini tra l’operazione immobiliare e quella calcistica. La dirigenza capitanata dal presidente Mansour bin Zayed Al Nahyn ha intenzione di procedere alla creazione di un nuovo centro sportivo.

Si tratterà, secondo quello che è il progetto, di costruire una struttura immensa, che metterà a disposizione di tutte le squadre dei Citizens 16 campi di allenamento, sorgerà nella zona est di Manchester non molto lontano dal campo di gioco, ossia l’Etihad Stadium. Il costo della costruzione si dovrebbe aggirare intorno ai 250 milioni di euro. Il club, come sottolineato qualche giorno fa da uno dei dirigenti, Brian Marwood, ha intenzione, dopo aver conquistato l’Inghilterra, di essere ancora più competitivo in campo internazionale e di, grazie alla struttura che sorgerà nel giro di qualche anno, procedere alla crescita di un settore giovanile forte che possa così far nascere dei giocatori in casa ed evitare spese folli sul mercato. Per il momento però si continua ad investire, anche se investimenti del genere, in infrastrutture servono a far crescere il fatturato in maniera esponenziale. Quanto sono distanti ancora De Laurentiis e Hamad bin Khalifa bin Ahmad al-Thani? Per assurdo che possa sembrare le difficoltà maggiori non sono tanto sulla valutazione della società, quanto poi sulla garanzia di poter effettuare alcuni investimenti nel campo immobiliare. Lo stadio innanzitutto, il centro sportivo per gli allenamenti, ma anche altro. Napoli offre in questo momento grandi occasioni per investitori. C’è l’area di Bagnoli da ridisegnare, intorno allo stadio c’è un’area immensa occupata dalla Mostra d’Oltremare e dal Giardino zoologico, che già adesso è al centro di discussioni. Nei mesi scorsi lo stesso presidente De Laurentiis si era detto molto interessato allo sfruttamento di questa zona formulando un’offerta di dieci milioni di euro l’anno, complessivi, giudicata assolutamente insufficiente dal sindaco De Magistris. Per altro ad oggi il sindaco è sospeso, per cui non c’è neanche un interlocutore col quale discutere di certe cose. Una cosa deve essere ben chiara: dovesse il Napoli finire nelle mani di uno sceicco ci sarebbe una capacità di spesa praticamente illimitata, ma non ci troveremmo dinanzi a benefattori, novelli mecenati venuti a Napoli per fare un favore ai tifosi azzurri. Siano sempre dinanzi a uomini di affari, capaci di grandissimi investimenti, ma che vogliono ottenere utili. Sicuramente sono interessati a dare visibilità al calcio qatariota in vista del mondiale, ma vogliono anche un ritorno. Oltre al Psg e al City negli anni scorsi avevano preso anche una squadra spagnola, il Malaga. Nel farlo avevano avuto determinate garanzie per fare investimenti nella zona del porto. Una volta resisi conto che gli spagnoli per un motivo o per un altro non avrebbero potuto mantenere la parola non hanno esitato a tirarsi indietro. Se arrivano a Napoli con lo specchietto delle allodole del calcio lo fanno con scopi ben precisi. E non è detto che per la città non sia un bene. Tanti soldi possono rimettere in moto l’intera economia cittadina, non solo sistemare difesa e centrocampo azzurro.

Fonte: Cronache di Napoli

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