Il Napoli fa harakiri davanti a un Bologna molto bello, fisicamente più brillante, tatticamente più ordinato. Era il Di Vaio-Day salutato dal pubblico del Dall’Ara con una manifestazione di affetto decisamente commovente. Ma è stato soprattutto il Bologna-Day perché la squadra di Pioli ha fin qui ottenuto un punteggio insperato solo all’inizio della stagione, a un solo punto dal record fissato nel 2001-2002 dalla formazione allenata da Francesco Guidolin. A Guidolin ieri il Bologna ha fatto un gran regalo spingendo ai margini della corsa Champions quella che era considerato la concorrente favorita. Cavani (soprattutto) e compagni ieri hanno sbagliato molto nel primo tempo. Il Napoli ora ha bisogno di un miracolo e della fortunata combinazione di molti (troppi) eventi per poter raggiungere un obiettivo compromesso in altre gare ma buttato via ieri pomeriggio con una condotta di gara inquietante nella ripresa, quando i diecimila tifosi calati al Dall’Ara si attendevano una reazione rabbiosa che, invece, non c’è stata. Evidentemente il Napoli non voleva intristire il Di Vaio-Day, la festa che il romano ha meritato con la sua condotta ineccepibile tenuta in questi anni bolognesi. Tutto lo stadio lo ha applaudito prima e dopo; tutto e tutto in piedi per un giocatore che, come diceva uno striscione, «esce dal campo ed entra nel Mito».
DELUSO – Era deluso Aurelio De Laurentiis quando alla fine del primo tempo ha abbandonato la tribuna per andare negli spogliatoi a scuotere i suoi ragazzi; era scurissimo in volto alla fine, con i risultati che, a novanta minuti dalla fine, rendevano ancora più amara la sconfitta. Il Bologna se l’è giocata in maniera perfetta, con il solito Diamanti che ha sbloccato il risultato (Cannavaro saltato troppo facilmente da Morleo, Inler che si staccava dalla marcatura dell’ex livornese per andare a coprire inutilmente Acquafresca che con un tocco velenoso liberava il compagno, mentre Zuniga si attardava nella diagonale a copertura sull’uomo lasciato libero da Inler) e con Agliardi che ha compiuto alcuni interventi decisivi (su Hamsik e persino su Cherubin che ha deviato di testa una punizione di Pandev per il più classico e spettacolare degli autogol). Ma se l’è giocata in maniera perfetta con Morleo che ha annullato Maggio e aperto la strada al primo vantaggio (ha sporcato la sua prova azzuffandosi con Dzemaili e venendo espulso insieme al napoletano), con Rubin che non solo ha raddoppiato sei minuti dopo l’ingresso in campo (assist di Di Vaio che poi ha pure colpito un palo) ma ha fornito una prestazione maiuscola in un ruolo inedito: mediano.
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