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Crisi Sorrento, fidejussione cercasi

Summit senza risultato tra patron Gambardella sponsor e sindaco Cuomo

La sede del Sorrento calcio al corso Italia sta per essere lasciata dalla società: il 30 giugno scade infatti il contratto di locazione. E da ieri un operaio ha così iniziato a smontare le suppellettili e la bacheca con i trofei per riconsegnare alla scadenza l’immobile al proprietario. Intanto l’albergatore Diodato Scala, dg rossonero, non molla: farà portare tutto all’hotel Continental perché medita di trasferire proprio lì, anche se in via provvisoria, la sede sociale nella speranza che si possa evitare la scomparsa del club dalla Lega Pro.
La scomparsa della sede finisce del resto per riflettere il difficile momento del club che rischia di perdere il titolo di Prima divisione e la messa in liquidazione della società. E non a caso da ieri, sembra che la situazione sia diventata persino più grave perché non sono filtrate notizie positive sull’esito dell’incontro-bis a Pagani tra proprietà e sponsor, nella sede dell’azienda di Mario Gambardella, il patron che mantiene ferma la decisione di «mollare». È insomma rimasta senza risposta la questione fondamentale su cui le parti hanno discusso a lungo con la mediazione del sindaco Giuseppe Cuomo: chi, tra proprietà e sponsor, presterà la fidejussione di 600mila euro per regolarizzare entro il 30 giugno l’iscrizione al campionato.
Ieri sera, raggiunto sul cellulare il sindaco Cuomo ha comunque provato a seminare ottimismo: «Posso affermare che bisogna avere ancora fiducia nelle chance di trovare una soluzione alla crisi perché il dialogo tra le parti andrà avanti. Non voglio precisare nulla, però, in merito all’incontro avvenuto a Pagani. Bisogna tenere segrete le carte perché, altrimenti, si potrebbe perdere buona parte delle possibilità di risolvere la situazione nei prossimi giorni. Meglio attendere gli sviluppi di una trattativa che, per quanto mi risulta, ripeto andrà ancora avanti».
Ieri Mario Gambardella non si è fatto rappresentare da Francesco D’Angelo, e ha partecipato all’incontro-bis per discutere sulla crisi dirigenziale. Anzi, il patron che vuole «lasciare», ha giocato in casa ospitando negli uffici della sua azienda il vicepresidente Ronzi per lo sponsor Aponte e il primo cittadino sorrentino. Un faccia a faccia tra Gambardella e Ronzi che poteva davvero essere un’occasione per una svolta positiva e che invece non ha prodotto i risultati auspicabili.
La situazione resta così difficile anche perché la squadra dovrà anche giocare lontano da Sorrento le partite casalinghe della prossima stagione e il problema di reperire uno stadio in un’altra città è un’altra delle questioni da risolvere per regolarizzare entro il 30 giugno l’iscrizione al campionato. Su questo fronte resta ferma l’idea di ottenere la disponibilità del Giraud. Per questo ieri il dg Scala ha passato quasi tutta la giornata al municipio di Torre Annunziata per ottenere dalla giunta l’ok per utilizzare il campo. Allo stato attuale, però, il Giraud non sarebbe utilizzabile per la Prima divisione senza opere di adeguamento che ricadrebbero a carico del club rossonero. Lo stadio torrese va dotato, in particolare, di un impianto di videosorveglianza. Superabile con il prefiltraggio, invece, la mancanza dei tornelli.
Il Sorrento senza stadio, intanto, deve risolvere anche il problema di un campo per gli allenamenti della squadra titolare e un impianto per il suo settore giovanile (è obbligatoria, tra l’altro, la partecipazione al campionato Berretti). Non resta che sperare in un colpo di coda per salvare il club dalla retrocessione a tavolino per mancata prestazione della fidejussione. Se ormai la sede sul corso Italia sta per scomparire, i tifosi sperano che almeno rimanga la squadra.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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