L’ippodromo di Agnano rimarrà chiuso almeno fino al 14 novembre. Poi potrebbe riaprire se, come ha ipotizzato Gaetano Papalia, il maggior azionista della società di gestione, nuovi imprenditori affiancheranno la Ippodromi Agnano spa. Ma si rivedrebbero solo corse al trotto in quanto la riunione invernale di galoppo a questo punto è «seriamente compromessa dalla mancata manutenzione delle piste». È quanto emerso dalla conferenza stampa tenutasi presso l’Associazione napoletana della stampa per «fare chiarezza sulla disinformazione dilagante» che accompagna la vertenza Agnano. L’ippodromo è chiuso da tre settimane per lo sciopero dei dipendenti (settantasette in pianta stabile e quarantanove part-time) che reclamano il pagamento di quattro stipendi arretrati.
L’emergenza Agnano – secondo Papalia – è frutto sì di qualche errore di gestione e della crisi generale dell’ippica ma anche dell’Assi (l’ente che gestisce le corse per conto del ministero delle Politiche Agricole) che negli ultimi anni ha retribuito l’ippodromo partenopeo con parametri penalizzanti rispetto ad altri impianti.
Papalia ha fatto una lunga disamina dell’emergenza Agnano scoppiata con il blocco dei proventi da parte dell’Assi che ha accolto una richiesta di Equitalia. «Non poteva farlo, l’ente ippico dovrà risarcirci i danni», ha tuonato Papalia che ha mandato un messaggio anche al Comune, proprietario dell’impianto. «C’è una vertenza in corso, non ci sono le condizioni per la revoca del contratto di fitto».
Per superare l’emergenza, il piano di Papalia prevede anche l’affidamento provvisorio della gestione ad un nuovo soggetto che, dopo aver pagato gli stipendi arretrati ai lavoratori, non avrebbe difficoltà a ricevere i corrispettivi che matureranno presso l’Assi. Una gestione provvisoria – spiega Papalia – fin quando i giudici non riconosceranno alla società di aver agito correttamente. Superata l’emergenza Papalia ha pronto un piano di rilancio. «Ho già avviato contatti per tre importanti progetti: un megastore del Calcio Napoli, una struttura per grandi eventi e concerti, un eco-parco, ovvero un museo vivente dedicato al cavallo». Papalia ha anche annunciato che la sua famiglia ha venduto i terreni su cui sorge l’ippodromo romano di Tor di Valle al costruttore Parnasi. Il contratto diverrà esecutivo non appena Parnasi avrà raggiunto l’accordo il Comune e con la Roma per edificare il nuovo stadio. Lo stesso Parnasi, in società con Papalia, costruirà a Roma un avveniristico polo ippico (trotto, galoppo, equitazione) di cui ha mostrato il disegno, redatto da un famoso architetto francese.
Papalia come un fiume in piena. In un’ora ha messo nell’angolo i suoi detrattori, ha illustrato i progetti che salverebbero i dipendenti di Agnano, rilancerebbero l’ippodromo, darebbero un polo ippico alla Capitale, un megastore ai tifosi del Napoli e uno stadio a quelli della Roma. Troppi sogni, tutti insieme.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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