Crisi Agnano, chiesto il fallimento della società

Le corse ad Agnano non si disputeranno ufficialmente fino alla fine dell’anno, ma lo stop potrebbe essere molto più lungo. L’agonia dell’ippodromo si protrae da sei mesi tra mancate corresponsioni di stipendi, scioperi, aperture parziali in presenza di promesse poi puntualmente deluse, cancellazione di convegni, alcuni dei quali dirottati su altri impianti. Per il trotto al Cirigliano di Aversa si recupereranno tre convegni il 21, il 24 e il 30 dicembre; per il galoppo il 23 e il 30 si correrà alle Capanelle.
I dipendenti sono esasperati ma sono allo stremo anche driver, allenatori, proprietari di scuderie e centinaia di professionisti, commercianti, imprenditori la cui attività ruota attorno all’ippodromo di Agnano. Situazione esplosiva culminata con un ricorso di fallimento nei confronti della società di gestione, la Ippodromo Agnano spa, presentato dall’avvocato Antonio de Notaristefani di Vastogirardi per conto di cinquantatre dei settantasette dipendenti in pianta stabile dell’impianto flegreo. «La società – si legge nel ricorso, la cui prima udienza è stata fissata per il 29 marzo – pur avendo consegnato i prospetti paga, dal mese di luglio non ha più versato gli stipendi a nessuno dei ricorrenti e nemmeno agli altri dipendenti…», tra cui anche i quarantotto impiegati part-time. Vista «l’evidente incapacità a far fronte ai propri obblighi» si chiede al Tribunale di dichiarare il fallimento della Ippodromo Agnano spa.
La società ha da tempo le casse vuote in quanto i proventi maturati presso l’Assi (l’ente che gestisce l’ippica per conto del ministero delle Politiche Agricole) sono bloccati da un’azione di Equitalia. Naturalmente, se la Ippodromo Agnano spa, di cui è maggiore azionista e amministratore Gaetano Papalia, riuscirà in qualche modo a risolvere i problemi finanziari, i dipendenti saranno ben lieti di rinunciare al ricorso, sottoscrivendo, come previsto dalla legge, una dichiarazione di «desistenza». Si spera comunque di non arrivare con l’ippodromo chiuso all’udienza di fine marzo. Sarebbe una sconfitta per tutti, anche perché mancano cento giorni e nessuno vuole nemmeno ipotizzare che in tutto questo lasso di tempo Agnano resti fermo. Significherebbe declassare definitivamente l’impianto e rendere impossibile qualsiasi successiva azione di recupero. Un’eventualità da scongiurare, ma che purtroppo al momento è terribilmente concreta.
Con i lavoratori in sciopero, nell’impianto oggi regna il degrado più totale: azzerata la manutenzione delle piste, si accumula di giorno in giorno il letame prodotto dagli oltre seicento cavalli ospitati nella struttura. Il mancato smaltimento del letame, e l’aggravarsi delle condizioni igieniche, potrebbero costringere l’Asl a ordinare perfino la chiusura dell’ippodromo con l’ordine si sloggiare i cavalli. Al fine di evitare un intervento così drastico, durante un precedente sciopero, la società ingaggiò per lo smaltimento una ditta esterna. «Stavolta la misura è colma – avverte Antonio Supino, rappresentante della Rsu aziendale – non faremo entrare nessuno. Non è concepibile che a noi non vengano corrisposti gli stipendi e si trovino i soldi per pagare altri». Supino lancia anche una provocazione: «Se il Comune metterà alla porta l’attuale società, io e i colleghi che rappresento lavoreremo gratis per far riprendere le corse fino a quando non sarà designato un nuovo gestore».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

Vesux

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