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Criscito in lacrime dopo l’addio all’Italia: “Sono pulito, non conoscevo quel bosniaco”

È nato a Cercola, dove ancora c’è un club della Juve a lui dedicato, e da tempo i suoi risiedono a Volla. Vuole presentarsi dal pm Di Martino, lo ha chiesto ai legali che lo hanno raggiunto nel ritiro alle porte di Firenze poche ore dopo l’arrivo dei poliziotti e al suo procuratore Andrea D’Amico, che undici mesi fa gli aveva concesso l’occasione della vita, ovvero quel contratto da 3,5 milioni di euro con lo Zenit San Pietroburgo. Mimmo aveva accarezzato l’idea di tornare a Napoli per indossare la maglia azzurra, lui che aveva giocato nel Genoa e nella Juve. Saltò tutto per una questione legata ai diritti di immagine e allo stipendio. «Chi mi ripagherà?». Lo ha chiesto anche alla giovanissima moglie Pamela, che aveva subito una perquisizione nella sua abitazione estiva in Versilia. «Non è vero che sono stato arrestato, tranquilla». Voci incontrollate, rimbalzate tra radio e tv.
Il difensore con la faccia da bravo ragazzo, quello che aveva dedicato delicati pensieri a Morosini, il centrocampista del Livorno morto in campo, e ai terremotati dell’Emilia, celebrando su Twitter la Coppa Italia del Napoli, è indagato dai pm di Cremona. Accuse pesanti. Come quelle foto scattate all’esterno di un ristorante di Genova nella primavera di un anno fa con il pregiudicato bosniaco Altic e un capotifoso rossoblu. «Venivamo dal derby perso, che c’entra la successiva partita con la Lazio…». Un tentativo di convincere, a distanza, la Procura di Cremona. «Dite ai magistrati che voglio essere sentito subito». Ma gli hanno fatto sapere che sarà convocato al momento opportuno, non ora, perché comunque non c’è la necessità di mettersi in viaggio per gli Europei. «Ma se ci fossero problemi a uno dei convocati potrebbe entrare nell’elenco prima del 9 giugno», l’illusione di D’Amico, scafato procuratore che si trova ad affrontare il caso più delicato della sua prestigiosa carriera.
Ha regalato la maglia a Pisacane, il calciatore semisconosciuto che ha avuto il coraggio di denunciare una combine. «Prendila tu, Fabio, agli Europei non vado più». E poi lo sfogo a Radio Rtl 102.5: «Quel che mi dà davvero fastidio è che questo avviso è arrivato solo ora. Fosse stato 15 giorni fa, avrei avuto tempo per spiegare ai pm. E andare all’Europeo. Io a quel pranzo ripreso dalla foto sono andato per incontrare i tifosi dopo un derby perso, nient’altro». Ha fornito questa versione. «Con quei tifosi ci siamo sentiti al telefono, volevano incontrarmi per quello che era successo la domenica prima contro la Samp e chiarire alcune cose perchè comunque c’è un rapporto di amicizia tra giocatore e capo ultrà. Comunque le persone con cui ho parlato erano miei amici, sono miei amici, e volevano solo chiarire. Nel derby del 2011, durante il quale ci avevano contestato tutto il secondo tempo e poi è scoppiata la rabbia quando abbiamo fatto gol all’ultimo secondo e qualche giocatore deve aver detto qualche parola di troppo. Io conoscevo i due ultrà, loro mi hanno detto che quell’uomo era un bosniaco. Non lo conoscevo».
Ha insistito su questa versione, spera di essere creduto. Avrebbe voluto già spiegarlo ai cinque funzionari dello SCO che si sono presentati poco dopo l’alba al cancello di Coverciano. Hanno suonato svegliando la guardia, poi alla reception hanno chiesto di Criscito. «Ero in camera con Ranocchia, pensavamo a uno scherzo…». L’interista divideva la stanza fino a ieri con Mimmo, lui ex compagno di Bonucci nel Bari dei miracoli allenato da Ventura. Ma non era uno scherzo e infatti, poche ore dopo, Criscito ha incontrato Prandelli che gli ha comunicato l’esclusione dall’elenco dei convocati per la Nazionale. Ha pianto, poi è salito in macchina e ha abbandonato Firenze e i sogni azzurri.
Prima di lasciare Coverciano, però, c’è stato l’incontro con i compagni. «Ragazzi, mi dispiace. Per me e per lo spogliatoio: ma sono estraneo, assolutamente estraneo. Non è da me fare queste cose. Per fortuna non ho bisogno di soldi, 20, 30, 40 mila euro, non so quanti erano. Faccio un mestiere che ho sempre sognato fin da piccolo e non me lo voglio rovinare per certe cavolate». Cavolate, ha detto così.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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