Neve, ghiaccio e freddo. Il week-end più “pericoloso” sembra finalmente passato. Il sistema calcio ne è uscito a pezzi. Andare in uno stadio, senza ristoranti, comfort e riscaldamento è un lusso al quale in molti rinuncerebbero. In Germania, tra serie A e serie B, questo fine settimana non hanno rinviato neanche una partita. Al Bernabeu, dall’alto sparano addosso l’aria calda; ieri a San Siro, se si apriva bocca per parlare col vicino di posto, si rischiava di restare congelati per minuti. Stiamo facendo discorsi qualunquisti, tanto di questo passo non risolveremo mai nulla. Il mercato si è chiuso e ci ha lasciato in eredità un calo nel numero dei trasferimenti in entrata (-11.6%) rispetto allo scorso anno. Sono stati 106 gli scambi conclusi (120 nel 2010/11) ed hanno riguardato principalmente operazioni low-cost (65.1%): 49% prestiti, 12.3% comproprietà e 3.8% giocatori svincolati.
L’interesse delle società di Serie A si è rivolto prevalentemente al mercato interno: nel 74.5% dei casi, gli scambi sono stati effettuati tra squadre italiane, soltanto il 25.5% dei nuovi arrivi proviene da campionati esteri. La società che ha fatto più operazioni è stata il Parma con 14 trattative concluse (Tmw ha dato 6,5 a Leonardi, nel Pagellone di fine mercato). Minor movimento in entrata per Lazio e Napoli, soltanto due acquisti ciascuna. Qui arriviamo alle sorprese, in positivo e negativo, di questo primo mese del 2012.
Il mercato degli allenatori ha premiato Zamparini, il quale con l’esperienza di Bortolo Mutti ha rilanciato le ambizioni del Palermo e ridato un’anima a Fabrizio Miccoli che con Devis Mangia aveva perso gol, entusiasmo e minutaggio. Mutti è un allenatore capace che senza fare troppa filosofia riesce ad ottenere il massimo dalle sue squadre. Lo scorso anno avrebbe potuto fare anche il miracolo a Bari, se fosse arrivato qualche settimana prima e se avesse avuto più giocatori del Bari e meno giocatori d’azzardo. Bravo Mutti, al quale va un 8. Tra i protagonisti in positivo non può mancare anche il giovane attaccante della Roma, Fabio Borini classe 1991, speranza del calcio italiano. Brava la società giallorossa ad anticipare tutti ed a chiudere l’affare con il Parma.
Il vero top del 2011 e di questo avvio di 2012 è Zdenek Zeman, contro ogni previsione e contro ogni scommessa. Mai avremmo creduto in un Pescara così bello, ambizioso e vincente. Con i giovani Zeman si esalta; questa volta, sistemando anche la fase difensiva, sta riscattando in un solo colpo tutte le delusioni rimediate negli ultimi anni tra Serie A, serie B, Lega Pro ed estero. Immobile ed Insigne non sono sue scoperte, ma due sue creature. Per come gioca, il Pescara merita la serie A. Sarebbe bello rivedere tra i grandi anche il boemo che, per chi lo conosce, è anche molto più simpatico di quanto vorrebbe far credere. Insomma, giù la maschera ed avanti con il progetto. Firmato: il primo critico di Zeman.
Da un allenatore ad un altro, ma in questo caso c’è poco di positivo. Claudio Ranieri, uomo derby, ha smarrito la sua squadra nella notte più bella per l’Inter: quella di San Siro contro il Milan. Sarebbe dovuta essere la vittoria del rilancio, invece, è stata la notte degli addii: allo scudetto, sicuramente, ed alla Champions, se continua di questo passo. 1 punto nelle ultime 3 partite, 9 gol al passivo ed una squadra spenta. Ranieri sta perdendo il gruppo, a conferma che questa è una squadra da rifondare, anche se l’operazione inverno non è stata delle più produttive.
Un bel segno meno anche a Igli Tare, il braccio destro di Lotito, il quale non ha agevolato alcuna trattativa, lasciando che la Lazio venisse indebolita in un momento in cui invece richiedeva di essere rinforzata. La fotografia del mercato invernale biancoceleste? Ieri a Genova: esce Rocchi, entra Candreva. Sarebbe stato necessario ingaggiare un altro attaccante, era giunto il momento di compiere il salto di qualità; invece la società ha dato all’ambiente interno ed esterno un segnale tangibile: crescere a Lotito non interessa.
Fonte: Michele Criscitiello per Tuttomercatoweb.com
La Redazione
C.T.
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