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Criscitiello: “Napoli puzza? Sì, ma di babà e simpatia”

Andrea Agnelli ha segnato la svolta, Beppe Marotta dopo il primo anno di ambientamento ed errori ha portato la sua competenza a Torino ed Antonio Conte è il bomber che finalizza tutto quello che gli passa tra i piedi. Bentornato anche ad Angelo Alessio, vero alter ego del Mister, al contrario di Carrera in cerca di gloria personale. Potremmo parlare del Presidente ma gli abbiamo già concesso le lodi che merita. Potremmo tornare sull’importanza di Conte ma sarebbe inutile perchè il campo ha dimostrato che in Italia è lui il numero 1. Focalizziamo l’attenzione sul Direttore che dopo essersi preso una miriade di critiche, per aver sbagliato la prima campagna acquisti alla Juve, adesso fischietta e si gode il giocattolo costruito. Nel titolo abbiamo scomodato addirittura Luciano Moggi. Siamo consapevoli del carico che ci siamo messi sulle spalle, perchè adesso tra telefonate e chi impreca al Messia, è un pò come bestemmiare la domenica mattina in Chiesa. Crediamo in quello che diciamo e lo spieghiamo. Se la Juventus non avesse più vinto nulla si sarebbe parlato in eterno della vecchia dirigenza. I cori dello stadio e gli striscioni, come contro il Milan di due stagioni fa. Beppe Marotta ha vinto la sua sfida. Basta vivere di passato e godiamo dei successi del presente. I tifosi quando vincono non hanno bisogno di sfogliare l’album dei ricordi e in 4 mosse Marotta ha spazzato via gli incubi. La scelta di Antonio Conte è stata la conferma che un Direttore deve saper scegliere innanzitutto l’allenatore. L’ingaggio di Andrea Pirlo è uno schiaffo al Milan del vecchio-amico Galliani che dava per bollito un calciatore ancora capace di fare la differenza. Un colpo “alla Moggi”, per intenderci. Proseguiamo con Asamoah, altro calciatore giovane e decisivo per comporre un centrocampo di qualità e quantità. Quando le big volevano Asa, Marotta lo aveva già portato da Udine e Torino. Il tocco di classe arriva con Pogba. Dove neanche lo United di Ferguson è riuscito a fare meglio della Juve. Il giovane in grado di cambiarti da subito la partita non è da tutte le sessioni di mercato. E’ come se vivessimo negli anni ’90, torniamo indietro con il tempo e prendiamo Vieira a 19 anni. Marotta e Paratici in Italia stanno creando il vuoto, anche se a volte, per fare bene, devi pestare i piedi a colleghi importanti (Pradè, Fiorentina n.d.r.). Manca solo un colpo alla Juve: l’attaccante da 20 gol.
La Juve sorride mentre si accorge che dietro c’è il vuoto. Non lo abbiamo scoperto sabato che il Napoli non è pronto per lo scudetto. Non lo scopriamo dopo la rimonta di Genova che la Roma non potrà lottare per il titolo e abbiamo solo qualche dubbio sulla crescita dell’Inter che potrebbe pensare di ricoprire il ruolo di anti-Juve, anche se oggi l’ipotesi più concreta è quella di una Juve padrona assoluta. E il Milan? Vanno lette le parole di Adriano Galliani. “Non abbiamo alcuna voglia di cambiare allenatore”. Al prossimo passo falso aggiungerà “Non avevamo alternativa”. E no! Allegri non è il tecnico che ti fa diventare fenomeni i brocchi, certo, ma se Yepes diventa l’asso della difesa capisci che l’allenatore non può fare miracoli. Che il Milan non abbia le carte per puntare allo scudetto era chiaro ma 7 punti in 8 giornate, gli stessi di una squadra da B come il Pescara, sono davvero pochi. Il cambio di allenatore interno non servirebbe a scuotere lo spogliatoio. Servirebbe solo un ritorno in campo di Silvio Berlusconi che non può continuare a guardare da fuori a questo disastro annunciato. Quando c’era da fare le sfilate con Ronaldo ad Atene, il Cavaliere era in prima fila; oggi ci metta la faccia nel periodo più buio di questi 26 anni di gestione gloriosa. Le difficoltà economiche devono dimostrare che i soldi, nei progetti, non sono tutto ma le idee possono arrivare oltre al dio danaro. In Via Turati si pensa ad un cambio gestionale e generazionale dove Allegri è solo un male; non il male!
La chiusura la dedichiamo allo schifo che ci hanno fatto assistere a Livorno. Scusate il francesismo. Premesse: distinguiamo i delinquenti dai tifosi veri dell’Hellas Verona e dai cittadini modello di Verona. Complimentiamoci con la società Hellas per aver preso immediatamente le distanze ma qualcosa va fatto, perchè quello che abbiamo visto e sentito va oltre la retorica. Speriamo che non ci sia un’altra vita e speriamo che la Bibbia dica cose non vere. Perchè se oggi chi non c’è più ha assistito allo scempio di Livorno starà versando una lacrima in più di quelle già versate. Non vogliamo fare retorica e falsi moralismi, vogliamo solo dire che quella gente che insulta Morosini, e la sua memoria, a noi fa ribrezzo. E’ più grave un coro contro un ragazzo morto su un campo di calcio che un lancio di un fumogeno o un’invasione di campo. Chiediamo il daspo a vita per quella gente di Verona, presente sabato a Livorno. E vogliamo anche che ci sia una responsabilità oggettiva per chi si fa rappresentare in trasferta da certa gente. Il sistema calcio vieti le trasferte ai tifosi dell’Hellas Verona per tutta la stagione, peccato che pagheranno anche i tifosi genuini. Abodi dimostri di esserci, con i fatti. B futura deve partire da qui. Questa gente non la vogliamo più. Ieri ad Udine, i tifosi friulani hanno criticato quelli veronesi e i pescaresi presenti al Friuli hanno applaudito; perchè loro quel giorno erano lì. A Piermario diciamo solo che tutta Italia lo ricorda con l’amore di sempre.
Mi chiedono di intervenire sul servizio di Tg Rai Piemonte dove i napoletani vengono riconosciuti… “dalla puzza”. Lo faccio volentieri, perchè per un giorno mi sono vergognato di far parte della categoria dei giornalisti. Napoli puzza è vero ma… di babà, simpatia e quella innata dote che solo i napoletani hanno. Per una battuta, riuscita male, sulla mia fiera appartenenza irpina e non partenopea sono 6 mesi che con Napoli si è interrotto un ottimo rapporto duraturo nel tempo. All’affermazione che i napoletani puzzano, però, nessuno può restare in silenzio. Perchè come ai veronesi bisogna togliere il diritto di andare in trasferta, a certi giornalisti andrebbe stracciata la tessera. Quella di giornalista e non del supermercato, forse l’unica che certa gente possiede nel portafogli.

Fonte: Michele Criscitiello per Tuttomercatoweb.com
La Redazione
C.T.

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