Un mese fa a Napoli disertavano il San Paolo e insultavano De Laurentiis. Due anni prima osannavano Benitez. Diciamo che ognuno deve fare il proprio mestiere. Il tifoso faccia il tifoso, l’allenatore faccia l’allenatore (meglio se è bravo) e il Presidente faccia il Presidente. A Napoli, ieri, erano di nuovo in tantissimi al San Paolo. Se i tifosi fanno i tifosi, il Napoli ha 6-7 punti in più in automatico in classifica. Ieri è stato uno spettacolo e anche chi ha perso deve essere fiero dei suoi 90 minuti. Sarri si è presentato con la valigia di cartone e un anno di contratto. Attenzione: giudicare il lavoro di una società o di un allenatore sulla base dei risultati è pura follia. Gli addetti ai lavori hanno il compito di andare oltre il risultato. Altrimenti prendiamo mia nonna Lucia, le diciamo che il Napoli ha vinto e lei vi risponderà “allora è forte il Napoli”. Ad un allenatore come Sarri va dato del tempo, la cosa che ci stupisce è che sembra che gliene serva meno del previsto. Il suo gruppo prevedeva che ruotasse attorno a Valdifiori, invece il Napoli si è ritrovato a ruotare attorno ad Allan. Quando c’è il brasiliano in campo il Napoli vince. Ha ridato entusiasmo al gruppo, ma soprattutto ha dato un ruolo ad Insigne e ha ridato le giuste motivazioni a Marek Hamsik. Patrimoni del Napoli che Rafa da Madrid aveva bruciato, in due anni di pessima gestione. Il salame nel pane a Napoli lo preferiscono. Il caviale con lo champagne è roba da ricchi di cui sinceramente possiamo fare anche a meno. La pizza, la bufala e il pane invece non possono mancare sulla tavola azzurra. Sarri ha portato un salame che profuma di caviale. Il Napoli gioca bene, concretizza e ha sistemato con gli stessi difensori una difesa che fino a un mese fa era ridicola. Lui è il maestro del gioco senza palla, i movimenti con la palla lontana e la linea difensiva gestita in una certa maniera. Ha impiegato un mesetto ma poteva richiedere molto più tempo. Ad Empoli Valdifiori era indispensabile per il gioco di Sarri, adesso Allan è il termometro perché in fase difensiva si conferma il leader nel recuperare palloni, come già faceva ad Udine, ma al contrario di quello che gli veniva chiesto in Friuli, Sarri lo manda molte più volte ad inserirsi in area; ottimi movimenti senza palla e tante occasioni per diventare anche un cecchino. Complimenti anche a Sarri. Un altro cresciuto a pane e mortadella. Anche lui all’inizio ha avuto delle difficoltà, nella gestione di De Guzman e nella pressione mediatica subita al suo arrivo a Napoli. Poi, invece, ha capito le regole del gioco e ha iniziato a fare il suo mestiere. Punti oscuri non ce ne sono. Fin quando vinci va bene tutto, quando e se il Napoli non vincerà più rinfacceranno a Sarri lo scarso utilizzo di Gabbiadini.
Fonte: Michele Criscitiello per Tuttomercatoweb
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