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Criscitiello: “Il “pagellone” dei 20 presidenti di Serie A: regnano incompetenza ed avidità”

 

Siamo quasi alla fine; ultimi tre giri, o meglio ultime tre curve. Insidiose e ripide. Spesso si giudicano i direttori sportivi, gli allenatori ed i calciatori, ma ci si dimentica di chi realmente muove i fili dei burattini: i presidenti!
Oggi diamo i voti ad ognuno di loro, consapevoli che nelle rispettive sedi ci sarà chi riderà sotto i baffi, se il voto sarà stato basso, o stamperà una copia per farla leggere al proprio presidente, in caso di voto alto. Allora preparatevi, perché saranno molti i sorrisi e gli sghignazzi.

BARI- Vincenzo Matarrese, Voto 4,5
Un crollo del genere, da un anno all’altro, non ce lo aspettavamo. Ha fatto poco perché il sogno continuasse. Troppa confusione e sbagli commessi nel giudicare le persone. Ha barattato Perinetti per ottenere dal Siena qualcosa di extracalcisticio ed alla fine ha pagato. Era finita, giusto che venda.

BOLOGNA- Gianni Morandi, Voto 10
Da Sanremo al Dall’Ara non sbaglia un colpo. Ovviamente il voto è di stima alla persona, la scelta di inserire lui come presidente è una provocazione a fin di bene. Disastro societario nel corso di tutta la stagione. Il club meriterebbe un bel 3, ed anche Sindaco e Presidente della Provincia, che non si è reso conto del bluff Porcedda. Ottima stagione, nonostante il finale. Per il futuro la poca chiarezza potrebbe far crollare un castello di sabbia.

BRESCIA- Gino Corioni, Voto 4,5
Non può, ogni volta, fare l’ascensore: sali e scendi… poi ci resti in B e piangi perché dici di voler andare via. Brescia meriterebbe un nuovo presidente ed un nuovo stadio. La sua esperienza non dovrebbe portarlo più a commettere certi errori. La gestione dei tecnici in panchina ha influito sulla, quasi, retrocessione in B.

CAGLIARI- Massimo Cellino, Voto 7
Si salva fischiettando, vende Matri e grazie alla Juve si costruirà il nuovo stadio: non cede mai a prezzi stracciati; bottega cara quella sarda. Peccato che non riesca a portare tanta gente allo stadio. Ha sbagliato umanamente con Marchetti, ha rischiato ma alla fine con Agazzi ha avuto ragione. Cambiare Bisoli con Donadoni è stato un affare, secondo il campo, ma confermare Donadoni per un anno potrebbe essere un rischio.

CATANIA- Antonino Pulvirenti, Voto 6,5
Si aspettava di più ma in pochi vedono alla Samp, Bari, Brescia e Lecce. Per un altro anno ha raggiunto l’obiettivo. Giampaolo è stato un flop, Simeone almeno ha portato una ventata di cattiveria agonistica. Per un altro anno si salva e porta a casa plusvalenze importanti. Per lui fare calcio è diventato un bel business. Il centro sportivo costruito gli concede un mezzo voto in più in pagella.

CESENA- Igor Campedelli, Voto 6,5
Comunque vada merita un voto alto. Per quanto fatto in passato e per quanto sta facendo nel presente. Con due noccioline rischia di salvarsi. Buona gestione societaria, tanto cuore e sempre a testa alta anche con presidenti più importanti e prestigiosi. Cesena gli deve tanto, perché ha rischiato di tasca propria. Meriterebbe di restare in serie A. Giovane ma capace, lo dimostra anche nel confermare Ficcadenti nei periodi bui.

CHIEVO- Luca Campedelli, Voto 7
Fa calcio ed affari in una città dove esiste, da sempre, soprattutto l’Hellas. Con Sartori ha fatto bingo. Anche quest’anno si è salvato alla grande e ha dimostrato, con Pioli in panchina, che la forza è la società. Di Carlo senza il Chievo si è perso alla Sampdoria, dimostrando lacune ed inefficienze.

FIORENTINA- Famiglia Della Valle, Voto 5
Che delusione! La squadra si è svegliata quando la testa era già sotto l’ombrellone. Mihajlovic ha deluso, salvato solo dal suo secondo Marcolin, più importante di quanto possa apparire. Decidano Diego ed Andrea se continuare a fare calcio a Firenze. Se la risposta sarà sì, allora inizino a dare alla città quel che merita. Tifoseria spettacolare! E prendano anche decisioni importanti: Corvino ha fatto bene a Firenze e gli va detto grazie, ma adesso si merita un altro “grazie”, seguito da un “arrivederci”.

GENOA- Enrico Preziosi, Voto 5
Altro bluff dell’anno. Puntavamo tutti sul Genoa come sorpresa del campionato, ma l’unica mossa che indovina la regala al Milan, con Boateng. Scarica Gasperini senza stile e punta su Ballardini con una squadra non adatta alle capacità del tecnico emiliano. Anche a livello finanziario non ha dimostrato le competenze degli anni passati. Cosa vorrà fare da grande?

INTER- Massimo Moratti, Voto 5,5
Dopo aver vinto tutto, un anno sabbatico è consentito a tutti. Lui, però, commette gli stessi errori che commetteva il Moratti pre-calciopoli. Avrebbe dovuto cedere Maicon e Milito per 50 milioni di euro, un affare, avrebbe dovuto tenere Benitez se l’alternativa era Leonardo e non avrebbe dovuto pagare così tanto (4,5 milioni di euro) un baby come Coutinho. Per quest’anno passi, ma da luglio non si può tornare a commettere gli errori di sempre.

JUVENTUS- Andrea Agnelli, Voto 5
Non siamo influenzati dalla classifica ma siamo delusi dal fatto che un Agnelli non abbia potere nella Juve. Allora perché accettare l’incarico? Non c’è niente di Agnelli in questa società. Dirigenza troppo fragile ed errori da provinciale. Andrea si era presentato a furor di popolo ma nelle situazioni più complicate è scivolato via come un granello di sabbia travolto dall’onda. Prenda decisioni più forti e dimostri di meritare quella poltrona. E’ giovane, capace e bravo, va solo aiutato in un periodo così delicato.

LAZIO- Claudio Lotito, Voto 7
Spocchioso, tirchio ma vincente. Il suo ciclo sta andando alla grande. E’ indiscutibilmente la Lazio di Lotito. Ci piace perché se ne infischia del parere dei tifosi, dei giornalisti e fa di testa sua…sempre! Bravo anche come direttore sportivo; trattare con lui è un dramma per chi si siede al suo fianco. Il popolo biancoceleste gli dovrebbe almeno un grazie.

LECCE- Pier Andrea Semeraro, Voto 6
Fa quel che può in base alla propria disponibilità economica. E’ giovane ma non se la fa incartare da nessuno. A tratti, quest’anno, anche sfortunato. Bravo ad affidarsi ad occhi chiusi a Gigi De Canio. Merita di restare in A.

MILAN- Berlusconi e Galliani, Voto 8,5
La famiglia Milan torna, finalmente, al tricolore. In attesa dell’aritmetica e della festa, i conti tornano tutti. Ibra ha brillato ad intermittenza, come una luce in discoteca da 5.000 watt. Sfrutta la sazietà dell’Inter e l’incapacità di programmare della Juventus. Unico neo: bilancio costantemente in rosso…e quasi nero!

NAPOLI- Aurelio De Laurentiis, voto 7
Vorremmo dargli anche di più ma facciamo fatica perché alcune cose non ci tornano. Arrivare terzi, andare in Champions con un tetto ingaggi così basso conferma che nel calcio adesso può muoversi anche senza tutor, come nei primi anni di gestione. A gennaio avrebbe dovuto fare un mercato più importante per il reparto offensivo. E’ comunque un giudizio estremamente positivo per aver riportato Napoli nella grande Europa. Siamo curiosi, adesso, di vedere come gestirà la vicenda Mazzarri e l’adeguamento di Cavani. E’ come andare sul ciglio di un balcone al sesto piano. Bisogna essere bravi a restare in equilibrio, mai guardare giù e, se si soffre di vertigini, non conviene neanche salire.

PALERMO- Maurizio Zamparini, Voto 4
Non merita un allenatore come Delio Rossi e per tutti i suoi capricci non meriterebbe neanche la serie A. Ha tanti soldi e di calcio ne capisce ma quando gli si gonfia la vena non ragiona più. Peccato, perché poi si perde gente valida come Sabatini, Rossi e tanti altri. Non ha ancora un direttore sportivo per il prossimo anno. Lo faccia lui, almeno a fine primo tempo di tutte le partite non chiamerebbe intimando di andare dall’allenatore per fare le sostituzioni che vorrebbe. E’ fortunato e ci sta anche che vinca la Coppa Italia.

PARMA- Tommaso Ghirardi, Voto 5
Ha un tetto ingaggi piuttosto alto per soffrire così tanto per una “misera” salvezza che oggi diventa “benedetta”. La squadra è forte ed il merito è di Leonardi. Il demerito di presidente e D.S. è quello di aver esonerato troppo tardi Marino e di aver capito tardissimo che la piazza offriva uno come Franco Colomba, numero 1.

ROMA- Famiglia Sensi, Voto 10
A questa famiglia va detto solo grazie, per aver lavorato sempre per amore della squadra, della società, della città… Un grazie a Franco ed a Rosella. Hanno indebitato le proprie società pur di non far del male all’A.S. Roma. Più che le bandiere americane, all’Olimpico espongano le bandiere con la faccia dei Sensi. I proclami si fanno dopo, non prima. Rosella merita di restare nel calcio.

SAMPDORIA- Riccardo Garrone, voto 4
Non merita neanche di essere giudicato. E’ stato colto in flagranza di reato!

UDINESE- Famiglia Pozzo, voto 8
Una macchina perfetta, una società modello apprezzata in Italia, Europa e nel Mondo. C’è una famiglia che si muove, non dei dirigenti. Marito, moglie e figlio. Ingaggiano ragazzini sconosciuti per 60 mila euro e li rivendono a 30 milioni. Raggiungono risultati importanti in una città in cui il calcio non è che uno svago di 90 minuti alla settimana. 25 anni alla guida di un’azienda modello. Struttura societaria English-style; verrebbe da chiedersi cosa ci facciano in Italia. Bistrattati dai poteri forti perché il Friuli non è l’Olimpico e perché Udine non è la Capitale d’Italia.

 

La Redazione

P.S.

Fonte: Tuttomercatoweb.com

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