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Criscitiello: “I voti ai 20 direttori di Serie A: 7,5 alla coppia Bigon-De Laurentiis”

Questa volta, alle 19:00 dell’ultimo giorno, ho notato più calma e meno frenesia rispetto alle ultime sessioni. Ricordo di quel contratto di Milito al Genoa al Quark Hotel, ore 19:01, lanciato da Federico Pastorello e le corse di Raiola all’Ata, nell’ultima sessione invernale. Questa volta abbiamo vissuto emozioni forti, ma quasi tutte scontate. La Roma che corre, avanti e dietro, per depositare il contratto di Gago. Il Milan con Braida che si inventa Nocerino all’ultimo secondo perché Diarra, dopo il no di Mourinho, non si presenta alle 11 a Milano. L’Inter che chiude per Zarate è un po’ come il segreto di pulcinella. Hanno chiesto al Dottor Galliani se fosse soddisfatto del mercato del Milan. Ha risposto: “come potrei non esserlo, se l’ho fatto io”. Giusto! Proviamo a dare i voti ai singoli Direttori Sportivi di A dopo questi tre mesi di (quasi) nulla.

Pierpaolo Marino-Gabriele Zamagna (Atalanta) Voto 6,5
Gli hanno bucato le gomme, hanno rotto i finestrini e hanno provato ad infiammare l’auto. Non ci sono riusciti. Si riparte dal meno 6 ma questa è una società che conserverà la categoria. Il tocco Marino si è visto da subito. Moralez-Denis è la coppia sudamericana che affascina di più, come scommessa da vincere, dopo quelle già collaudate. Il feeling tra Marino e Zamagna è importante e, con la guida di Percassi, i tifosi bergamaschi possono stare tranquilli. Marino a Bergamo può aprire un nuovo ciclo della sua vita, dopo Udine e Napoli. E questi sono i paradossi del nostro calcio: chi non vince guida club importanti; chi ha vinto quasi tutto invece deve ripartire dalle matricole. E poi ci lamentiamo che il mercato in Italia non funziona.

Bagni-Setti-Zanzi (Bologna) Voto 6
Troppa confusione nel fare il mercato. Se le cose non dovessero andare bene, non sapremmo con chi prendercela. Importante il colpo Kone al 31 agosto. Garanzia Gillet ed obbligo di riscatto (non del cartellino, ma dalla retrocessione di un anno fa a Brescia) per Diamanti. La squadra è valida, ma ciò non vuol dire che il mercato sia stato impeccabile. Ci penserà, come al solito, Capitan Di Vaio.

Francesco Marroccu (Cagliari) Voto 6
Tante scommesse, fin troppe. Perde una certezza (Lazzari), ci prova con Eriksson, El Kabir, Ibarbo, Sampaio e Thiago Ribeiro. Ibarbo potrebbe essere la vera novità dei sardi ma la gestione del caso-Donadoni è stata pessima. Salvezza alla portata, soprattutto per la mediocrità di altre squadre.

Pietro Lo Monaco (Catania) Voto 6,5
Ha trattenuto Maxi Lopez e, per questo, strappa mezzo voto in più. Va sull’usato sicuro (Legrottaglie e Suazo) e si gioca le solite carte argentine (Paglialunga). Il suo lavoro non si giudica solo per il mercato, ma anche per la gestione societaria e dello spogliatoio. Il classico Dirigente che porta 5-6 punti in più a stagione alla squadra. Qualche dubbio su Montella, nessun pregiudizio.

Lorenzo Minotti (Cesena) Voto 7
Ma qualcuno gli ha ricordato che deve “solo” salvarsi? Ha costruito una squadra pensando ad obiettivi più prestigiosi. Ha portato a Cesena gente che, fino a due anni fa, non avrebbe nemmeno preso in considerazione la possibilità di trasferirsi in Romagna. Soldi ed intelligenza. Direttore giovane e preparato; ricordiamo che si è salvato anche un anno fa, sebbene avesse il portafogli pieno di ragnatele, come quello di Catullo!

Giovanni Sartori (Chievo Verona) Voto 5,5
Il fatto di riprendere Mimmo Di Carlo lascia un po’ perplessi. Le minestre riscaldate restano spesso sullo stomaco. Cercava un attaccante in più, ma non ha avuto la forza di ingaggiare Caracciolo. Ha perso Mantovani e ha “incatenato” Sorrentino. Si salverà, forse. Ma non sempre si può azzardare.

Pantaleo Corvino (Fiorentina) Voto 5
La mediocrità al mercato, l’insufficienza (nel gestire le trattative) al Direttore che una volta faceva miracoli. Sbandiera ai sette venti le operazioni Aquilani e Bovo senza avere neanche una parola con i calciatori, ingaggia Santiago Silva e si accontenta di perdere Montolivo a zero tra un anno. Trattiene Gilardino ed il giorno dopo la chiusura del mercato lo attacca. I Della Valle sono troppo impegnati per accorgersi che qualcosa, in quel motore, non funziona più? Le operazioni con il Procuratore Berti restano le più affidabili.

Stefano Capozucca (Genoa) Voto 6
Alla fine trattiene Palacio ed ingaggia Caracciolo. La squadra è competitiva, anche se, ad inizio sessione, ha gestito male la vicenda Floro Flores. Troppo dipendente dai buoni rapporti con le milanesi, ma il mercato raggiunge la sufficienza grazie agli affari Bovo e Frey.

Marco Branca-Piero Ausilio (Inter) Voto 5,5
Ad un certo punto si era messa proprio male, poi sui titoli di coda ha aggiunto due nomi importanti: Forlan e Zarate. Poli non cambia gli equilibri del centrocampo, a sinistra resta una fascia scoperta e terra di nessuno. Rischia di pagare due fattori: le incomprensioni tra Branca e Moratti e la poca fiducia che il Presidente nutre nei confronti dell’allenatore. Inizialmente avevamo dato 6,5, ma sul mercato non si possono commettere errori grossolani come accaduto con Forlan, il quale non potrà essere inserito nella lista Champions. Probabilmente il club si è fatto abbindolare da alcuni procuratori interessati sia al mercato in entrata che a quello in uscita. Adesso chi pagherà? Forse Marco Branca?

Giuseppe Marotta (Juventus) Voto 6,5
Peccato perché sarebbe potuto essere un 7. Paga il mancato acquisto del difensore, le poche cessioni effettuate ed il fatto di aver inseguito a vuoto Aguero, Alex, Lugano e Rossi. Le operazioni Pirlo, Vidal e Vucinic rilanciano il lavoro del Direttore che, adesso, dovrà essere bravo anche a gestire i rapporti tra proprietà, allenatore e squadra; cosa più complicata. E’ stato capace a cedere un calciatore probabilmente inutile alla Juventus come Ziegler, ma avrebbe dovuto capirlo ancora prima di acquistarlo. Il terzo posto è alla portata e sarebbe un importante punto di (ri)partenza. Merita la seconda chance, da parte soprattutto dei tifosi. Poi, eventualmente, saremmo i primi ad impugnare il fucile.

Claudio Lotito (Lazio) Voto 6,5
Giudichiamo il Presidente perché un vero D.S. non c’è. Con la partenza di Zarate fa perdere fantasia ed imprevedibilità all’attacco di Reja. Gli acquisti fatti sono importanti ma c’è qualcosa che ancora non ci convince. Tanto potere al Mister potrebbe essere un rischio, comunque previsto.

Carlo Osti (Lecce) Voto 6
Per il budget che aveva a disposizione ha fatto già un miracolo a far arrivare a Lecce Oddo, Muriel, Pasquato e Giandonato. D’accordo che è stato il mercato dei prestiti, ma l’alternativa sarebbe stata rapirli. Non convince la scelta dell’allenatore. La lotta per restare in A sarà ardua.

Adriano Galliani (Milan) Voto 7
Mister X non è arrivato ed è rimasto a Napoli. Il primo obiettivo (Montolivo) è rinviato e si è presentato Aquilani. Diarra per il centrocampo è sfumato e si sono ritrovati Nocerino. Resta la squadra più forte del campionato ma questo mercato non entusiasma i tifosi. E’ stata, senza dubbio, un’estate particolare. Maledetto Lodo Mondadori. Ad ogni modo, giocatori come El Shaarawy, un vero talento di cui si sentirà parlare nei prossimi anni, e Mexes a zero assicurano competitività alla squadra. Taiwo? Una vera scommessa…con il concreto rischio di perderla.

Riccardo Bigon-Aurelio De Laurentiis (Napoli) Voto 7,5
Sistemano il centrocampo con Inler e Dzemaili, trattengono Hamsik e Lavezzi e chiudono con Fideleff e Pandev. Ancora competitivi per il campionato, ovviamente dura per la Champions. Il fattore Mazzarri incide sul mercato, senza senso la scelta Chavez. La spina dorsale resta l’intelaiatura del primo Napoli. E’ da lì che bisogna ripartire. Bocciati, dopo un solo anno, Yebda e Sosa. Mentre Britos è stato pagato troppo. Attenzione al rapporto De Laurentiis-Mazzarri: in futuro potrebbe scricchiolare ancora.

Mauro Pederzoli (Novara) Voto 6
Sarà dura ma lo sapevano tutti. Tesser deve fare il terzo miracolo consecutivo. Poi andrà a Lourdes. Pederzoli fa quel che può ma in attacco sembra una squadra troppo leggera. Difesa fragile, si confida nel centrocampo.

Sean Sogliano (Palermo) Voto 4,5
Un mezzo disastro. Il Direttore, forse, si aspettava un impatto diverso con la serie A. Viene travolto dal ciclone Zamparini. Vende tutti, chi meglio e chi peggio. Perde l’allenatore il 31 agosto per puntare, per fortuna di Sogliano, su Mangia. Mercato deludente. Le cessioni ci possono anche stare, a patto che poi vengano trovate valide alternative per perseguire un progetto. Sarà un anno complicato. Il voto va condiviso con il suo presidente. La responsabilità del Direttore è aver avallato il progetto di Zamparini: se l’ultimo giorno di mercato non si è dimesso, significa che approva i progetti del suo presidente.

Pietro Leonardi (Parma) Voto 6
Non è stato un mercato facile per nessuno ed anche per il Parma ci sono state le solite complicazioni. L’operazione Amauri era impossibile, Floccari non è il top che si aspettava Colomba. Il mister dei miracoli deve ripetersi. Ghirardi spera di soffrire il meno possibile, se lo meriterebbe. Per Leonardi deve essere l’anno della svolta. Basta patire.

Walter Sabatini (Roma) Voto 6,5
Fino al 30 agosto il voto era 5, poi tra Gago e Pjanic ha trovato l’ampia sufficienza. E’ tra due, anzi tre, fuochi. Gli 11 acquisti hanno un senso, ma adesso deve risolvere i problemi con Borriello, De Rossi, Pizarro e Totti. Bel pasticcio con Romero, troppa confusione sulla scelta del portiere.

Giorgio Perinetti (Siena) Voto 5,5
D’Agostino è la speranza ma le scommesse sono troppe per poter puntare ad una salvezza tranquilla. Troppi gli obiettivi sfumati e le incertezze che ci sono nel gruppo. Il Presidente Mezzaroma merita la serie A. Intrigante la scommessa Sannino, uomo vero e capace.

Fabrizio Larini (Udinese) Voto 6,5
Vendono bene, a prezzi importanti, Sanchez e Inler. Trattengono, nonostante le alte offerte, Isla, Armero, Handanovic e Asamoah. Giusto puntare su Floro Flores. In difesa Danilo è da top club e Pereyra il vero asso del River. Non deve pensare di ripetere il campionato dell’anno scorso, perché impossibile. L’obiettivo della società dovrà essere un campionato tranquillo ma non anonimo. Larini è il direttore sportivo giusto al posto giusto, con la supervisione di Gino Pozzo. Chi giudica insufficiente il mercato della società friulana evidentemente non ha mai visto giocare Torje, Pereyra e Muriel. Adesso non lo conosce nessuno, ma segnatevi il nome di Muriel: nel giro di tre anni varrà 30 milioni.

La Redazione

C.T.

Fonte: Michele Criscitiello per Tuttomercatoweb

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