Premetto e confesso: scrivo l’editoriale del lunedì quando il Milan ancora non ha giocato a Roma con la Lazio. Fa nulla, anche se vince 6-0 non cambia la stagione disastrosa dei rossoneri. Fuori dall’Europa, dalla corsa al terzo posto e fuori dalla Coppa Italia ai quarti di finale. Avete notato come Clarence Seedorf, nella conferenza stampa del sabato, ha abbassato le orecchie come Pluto? La lavata di testa di Galliani è servita. E’ stata una settimana bella intensa dalle parti di Arcore. Berlusconi ha aperto le porte e si sono fiondati Galliani, Tassotti e due calciatori. C’è il veto sui nomi dei calciatori. Noi sappiamo Abbiati e Montolivo, non ci mettiamo la mano sul fuoco perchè c’è chi dice Abbiati e Bonera. Cambia poco, chiediamo scusa se un nome non corrisponde alla realtà ma non cambia la sostanza. C’era anche Tassotti. Ricordate due settimane fa quando vi abbiamo raccontato che Seedorf e Tassotti non andavano d’accordo? Si è scatenato il putiferio, perchè Tassotti ama Seedorf e viceversa. Non è vero. A Milanello nessuno ama Clarence. Neanche a Monza, per dirla tutta, considerato che da Presidente di una squadra di calcio ha toppato alla grande. Galliani ha, per il momento, vinto. Non voleva Seedorf e il dossier che ha presentato a Berlusconi ha fatto ricredere anche Silvio. Barbara guarda alla finestra e con l’intelligenza che la contraddistingue non si mischia in questo vespaio. Aspetta e lascia fare. Nel frattempo continua ad impegnarsi sul fronte stadio e marketing. Un lavoro che avrebbero dobuto fare nel 2000, quando Barbara aveva 17 anni. Sapete dove Galliani e Seedorf hanno iniziato a pungersi? Da un mental coach, uno psicologo. Nel calcio li chiamano così perchè fa più british. L’olandese oggi dice che ha bisogno di esperienza ma si è presentato a Milanello con autista, responsabile della comunicazione americana, preparatore per la tattica e psicologo. Se non lo fermavano il prossimo anno ci portava uno staff tecnico composto da 8 persone; tra queste Stam, Davids e Crespo. Pensate ha mandato Crespo, prima di Milan-Parma, a spiare gli emiliani. Quella vecchia volpe di Leonardi ha saputo tutto e ha chiuso anche le porte dei bagni. Torniamo al mental coach. Si tratta di un certo De Michelis, era già al Milan. Galliani lo mandò a quel paese quando decise di seguire Ancelotti al Chelsea. Seedorf lo ha riportato a Milano e Galliani non l’ha mandata giù. Poi la cavolata gigantesca di tal Deborah Martin, un’americana che gestisce la comunicazione di Seedorf. Avvisa l’Ansa di una dichiarazione fasulla di Berlusconi per mettere in cattiva luce Galliani e l’amico Clarence ne esce con le ossa rotte. Se il Milan ha un settore dove è leader in Europa, questo settore è proprio la comunicazione. E Seedorf cosa fa? Si porta l’americana nel trolley! Sapienza, Allievi, Coli, Moro, Pozzi e tanti altri, alla Martin di turno la mettono nel bagagliaio e la portano a passeggio per Via Montenapoleone. I problemi del Milan: non raccontateci che si tratta di un problema di soldi perchè stiamo parlando della seconda squadra con il tetto ingaggi più alto in Italia. Prima la Juve con 115 milioni, seguono il Milan con 105, l’Inter con 95 mln, la Roma 92.5 e il Napoli con 74,1 milioni di ingaggi. Nel mercato 2013-14, i rossoneri hanno incassato 16,2 milioni di euro e ne hanno spesi 27,2. 12 milioni per Matri alla Juventus che con 11 si è portata a casa Tevez. Il problema del Milan non sono i cartellini da acquistare ma gli ingaggi da sopportare. La Juve a zero ha preso Pogba, Pirlo e Llorente. Seedorf toglie spazio ad un ’92, De Sciglio, per far giocare il connazionale Emanuelson. Il Milan ha perso l’attuale attaccante del Borussia Dortmund, Pierre-Emerick Aubameyang per 950 mila euro dopo che in Francia ha segnato 37 gol in 87 presenze. Chi ha pagato Constant 8 milioni di euro? Chi ha fatto 9 milioni di euro di minusvalenza con Pato? Chi ha comprato Ibra a 24 e ceduto a 21 milioni? Chi ha ceduto Papasthatopulos per 4 milioni al Borussia Dortmund e oggi tra i tedeschi è uno dei punti di forza? In questi due anni il Milan ha sbagliato quasi tutte le strategie ma l’errore più grande è stato quello di privarsi dei milanisti. La Juve ha Nedved, il Real Madrid Zidane. Il Milan non ha uomini da Milan in giro per l’Europa. Massaro e Baresi fanno da cartolina, Inzaghi allena la Primavera, Gattuso servirebbe come il pane nello spogliatoio e viene lasciato nel suo ristorante-pescheria di Gallarate, Nesta lo hanno fatto espatriare, Maldini viene lasciato all’Osteria del Corso a giocare a carte con Vieri. Ambrosini sarebbe servito poco nei 90 minuti ma sarebbe stato utile nell’arco della settimana. Questa è la colpa più grande di Galliani. L’ad deve girare con Gattuso, Nesta e Baresi e vecchi milanisti come Albertini andrebbero sfruttati, da subito, da Barbara Berlusconi. Il Ds ideale? Altro che Sogliano e Bigon, il Milan (ci scusi la Juve che è regina assoluta d’Italia) dovrebbe strappare ai bianconeri Fabio Paratici. Doppio effetto: rinforzi il tuo club e indebolisci una grande del nostro campionato.
Chiusura dedicata al Napoli. Benitez rischia di fallire al primo anno in azzurro. Può salvare l’annata se chiude secondo e vince la Coppa Italia. Ci avevano decantato il Napoli formato europeo con Benitez e, invece, dalla Champions si è usciti alla fase a gironi, sì ma a testa alta. Dall’Europa League si è usciti agli ottavi di finale, sì ma a testa alta. Detto che bisogna verificare cosa significhi “a testa alta” perchè, allora, con lo Swansea sei passato “a testa bassa”. Ma il vero problema è che i napoletani, rispetto allo scorso anno, si aspettavano il salto di qualità. Non c’è stato. De Laurentiis ha alzato il tetto ingaggi ma rischia di dover ricominciare la prossima stagione a luglio e fare i preliminari di Champions per accedere alla prossima fase a gironi. Benitez non ci ha convinti. Aspettiamo il riesame per giudicare.
Fonte: Michele Criscitiello per Tuttomercatoweb.com
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