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Crescono i nuovi talenti azzurri: da Roberto Insigne a Nicolao…

In nome del fratello, certo, ma fino a un certo punto. Perché se il Napoli ora magnifica Lorenzo, da “Calimero” (allora inidoneo per Toro e Inter) ad impetuoso falco dell’avanguardia azzurra, c’è un Roberto che scalpita e guadagna posizioni importanti nel gradimento collettivo. Di tutti, dal club alla nazionale, ai tifosi. Perché, e su questo non ci piove, buon sangue difficilmente mente. Tale fratello e (forse) tale fratello quindi. Sempre più chiaro adesso (anche se non scontato) perché se si pensa ad Insigne, subito si dice Lorenzo, ma va a vedere che ci può scappare anche un Roberto. Perché no?

Non solo per il cognome, ma per quello che lo “junior” sta facendo e per ciò che potrebbe essere capace di fare in futuro. Seguendo le orme fraterne ma mettendoci anche molto di suo. Stesso cognome ma pure un modo non dissimile di rivolgersi al pallone, va da sé che non sarebbe male un Insigne-bis. Magari ritrovarseli assieme in squadra, il primo già a destinazione con tanto di rulli di tamburo, il secondo in predicato, ma con il sostegno dei fatti ed il futuro azzurro già nei piedi. Perché Roberto è già nel Napoli, perno imprescindibile della Primavera.

LO SCORE– Terzo di quattro fratelli che vivono di pane e calcio (papà Carmine compreso), ha una storia omologa a quella del fratello maggiore ora in forza alla prima squadra. Anche lui preso per pochi spiccioli dall’Olimpia Sant’Arpino di Franco D’Errico dal sempre ispirato Giuseppe Santoro (anima del settore giovanile prima che team manager) che fu colpito da alcune caratteristiche dei fratellini terribili: la voglia sempre matta di pallone ma soprattutto la mentalità da giocatori, con e per la squadra.

Ragazzi molto dotati tecnicamente non solo nell’individualità, ma anche al servizio del collettivo. Tratti imprescindibili per far carriera. Ebbene, Roberto ha macinato oltre 1500 minuti nell’ultima stagione in Primavera, divenendone il capitano, per poi affacciarsi anche in nazionale (under 18) a novembre contro la Germania per metà del secondo tempo. Sei gol nell’ultimo campionato, un ottimo bottino, e poi show con più gol nel ritiro di Pejo in amichevole davanti ad un attento De Laurentiis. Un presidente, va detto, sempre più votato alle politiche giovanili. Un settore che, partendo dal nulla nel 2004 (e di questo va dato atto sempre al tenace Santoro), sta facendo passi da gigante nonostante la carenza di vere e proprie strutture, poiché le giovanili si appoggiano a plessi esterni. Ma nell’immediato futuro le cose potrebbero cambiare, soprattutto se i Lorenzo Insigne dovessero moltiplicarsi come gli implacabili “agenti” di Matrix.

L’UNDER PER TRE– E non solo. E’ arrivata anche la chiamata in Nazionale, mittente Chicco Evani, che ha mostrato rinnovato gradimento per il talentino di Frattamaggiore. La nuova Under 19 è in embrione ma l’ex centrocampista del Milan ha cominciato a fare le sue scelte per la prossima fase di qualificazione all’Europeo. C’è Roberto, ma ci sono anche altri due prodotti (e promesse) del vivaio azzurro, i cursori Emanuele Allegra e Giuseppe Nicolao. E questo è già tanto Napoli già rispetto a qualche tempo fa. Con la penuria di mancini puri si auspica la crescita di Nicolao, un piccolo Bale furetto di corsia, che ha gamba e sa saltare l’uomo (prelevato dal Nuceria); e di Allegra, fascia opposta e Maicon per modello, già nella Mazzarri-list dell’ultima Champions, ottimo per contenere e per offendere, fisico asciutto ma muscoloso (prelevato dall’Arci Scampia). Per adesso figurano fra i 23 destinati all’amichevole con la Slovenia il prossimo mercoledì, dopo uno stage che inizia oggi a Ronchi dei Legionari (Go) e poi a settembre, 11 e 13, nella doppia sfida col Portogallo a Cava de’ Tirreni e Torre Annunziata, prima della trasferta in Albania di ottobre, dove si riunirà il gruppo “sette” dell’Italia (con Belgio, Bielorussia ed appunto Albania).
CLASSE DI LUSSO– Gli Insigne, gli Allegra e i Nicolao non sono soli. La nidiata del ’94 offre svariate soluzioni in tutti i settori del campo, unendo qualità a quantità. Sembra insomma che i moltiplicatori dei saranno famosi siano quelli giusti. In ritiro con la prima squadra, come premio a fedeltà e impegno anche Fornito, Celiento, il portiere Crispino, l’ariete Novothny (bel gol al Grosseto) e Palma addirittura contro il Bayern. Ovvero, molti ma buoni.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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