Ancora trend favorevole sul fronte dei contagi. Con il coronavirus che sta continuando a essere presente solo sporadicamente qui in Campania. Lo rivelano i numeri esigui dei ricoveri. A cominciare dal Cotugno, il polo di riferimento infettivologico che ha fatto fronte a tutta l’emergenza Covid della regione. Ieri, nella terapia intensiva, dice il direttore sanitario aziendale Rodolfo Conenna, si contavano solo sei ricoverati nei reparti ordinari, mentre la Rianimazione non ha pazienti” . Cifre positive anche dal resto del territorio. Le buone notizie arrivano dall’Unità di crisi regionale. Che sciorina i numeri di ieri: zero tamponi positivi su 1987 tamponi effettuati. Finora il conto totale rivela che il totale dei positivi ammonta a 4615 persone su oltre 260mila tamponi.
Buono anche il resoconto delle vittime: nessun decesso nelle ultime ventiquattr’ore ( dall’inizio della pandemia si sono contati 431 morti), i guariti di ieri sono stati invece 117 su un totale di 4059. Da un ospedale all’altro, sempre Covid center. Siamo al Loreto Mare, meno di un mese fa riconvertito in struttura dedicata all’accoglienza di pazienti positivi o affetti dal coronavirus. Qui, dove erano stati allestiti 10 posti letto di Rianimazione e programmati altri dieci di Terapia subintensiva respiratoria (mai attivati), oltre a due reparti di degenza ordinaria per gli ammalati in buone condizioni, i battenti sono stati definitivamente chiusi ieri mattina.
Adesso resta da capire se vinceranno i cittadini e i sindacati che chiedono a gran voce di ripristinare il presìdio da sempre destinato all’emergenza o se i vertici della Asl Napoli 1, prenderanno tempo per decidere della struttura una destinazione diversa. C’è chi ipotizza il reintegro di reparti di medicina e di discipline specialistiche, ma nessuno, al momento, ha chiaramente espresso la volontà di riattivare il pronto soccorso. Di fatto, la rete dell’emergenza a Napoli città risulta in gran parte scoperta: ne sono testimonianza le barelle che hanno ripreso ad affollare il Cardarelli.
Fonte: napoli.repubblica.it
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