Finito sotto il fuoco delle critiche per un mercato di profilo – sin qui – inferiore alle attese dei tifosi, il Presidente del Napoli reagisce a suo modo alle perplessità di chi dubita della bontà delle strategie del Napoli.
Il palcoscenico è la conferenza stampa di presentazione di Behrami e Gamberini e De Laurentiis si prende la scena da attore consumato (tornerà sugli stessi concetti nell’incontro con i tifosi avvenuto poco dopo, nda). Con lo sguardo vivo – di sfida – e l’atteggiamento spavaldo di un giovane De Niro snocciola dati, disegna linee guida e progetti per il Napoli che verrà. Come in un copione di De Niro, poi, prova a scaldare la platea con toni e linguaggi “da strada” che poco si addicono al profilo internazionale del personaggio.
Parla chiaro il presidente, e i suoi messaggi arrivano dritti ai destinatari. Proviamo a rimettere assieme i tasselli del De Laurentiis-pensiero:
CLUB SATELLITE E GIOVANI PROMESSE: “Ha intenzione di acquistare un altro club?”
D: “Non e’ ancora il tempo di prendere un club satellite” – “In serie C volevo prendere anche un club estero, ne parlai con Marino, io gli parlavo dell’Inghilterra, lui mi diceva della Scozia, io gli dicevo che non sapeva neanche parlare inglese. Mi resi conto che non era possibile. Sto ristrutturando la mia società cinematografica ed ho pensato di farlo anche per il calcio, ma avendo 63 anni non vorrei attendere molto. Andrò in Europa o Sudamerica, in quei posti dove il calcio è già maturo, non posso aspettare gli Stati Uniti. L’avevo studiato quel mondo, pensai al San Diego o al Miami o addirittura di creare una seconda squadra di New York”
”Il mercato del Napoli termina il 31 agosto…”
D: “Il mercato del Napoli è sempre aperto, la vicenda Vargas l’ha dimostrato. Anche se non ne abbiamo bisogno, laddove ci saranno elementi promettenti li prenderemo. Li compriamo e li mettiamo da parte; la bottega del Napoli è sempre aperta per comprare anche quelli che in questo momento non servono. Possiamo prenderli per girarli in prestito”
L’internazionalizzazione del Napoli è da sempre un cruccio di De Laurentiis e la soluzione dell’acquisizione di un club satellite è un metodo molto in voga, oltre che efficace (in Italia Pozzo ha aperto la strada rilevando il Granada in Spagna e il Watford in Inghilterra, ampliando gli affari anche in ambito extra calcistico). Il Napoli, però, denuncia una struttura societaria non ancora capace di un simile passo e, a malincuore, ha scelto di rimanere – provando a rinforzarla – sulla strategia dello scouting, nazionale ed internazionale, per l’acquisto di calciatori promettenti da girare a società che li formino in prospettiva di un ritorno a Napoli o di una plusvalenza in sede di mercato. In tal senso si devono analizzare i passi che il Napoli sta facendo verso calciatori come Quintero,Uvini e Ocampos.
MERCATO E ATTEGGIAMENTO DELLA STAMPA: sempre in risposta alla domanda sui possibili obiettivi di mercato;
D: “quello di cui non ci si rende conto è che il mercato del Napoli è cominciato a gennaio con l’esborso di 12 milioni di euro. Mazzarri è stato bravo a centellinare Vargas. Quest’anno vedremo il vero Vargas. Poi ci sono i dieci pagati per Behrami e Gamberini, più i sette milioni per il riscatto di Pandev. Sembra quasi che il macedone non esiste più. Invece è un grandissimo calciatore. Siamo già a 29 milioni di euro spesi. Jovetic? Non mi costa nulla spendere 30 milioni, noi non compriamo tanto per comprare ma valutiamo gli equilibri della squadra. Altrimenti si rischia di dire delle cazzate e io sono stufo delle cazzate che si dicono nel mondo del calcio, così si alimentano le polemiche dei tifosi che non sono dei tecnici. Loro usano il cuore ed io li rispetto, ma non possono pensare di aver imparato quello che provo a capire da otto anni”
Quando si parla di soldi, si sa, il presidente abbandona ogni diplomazia e spesso si lascia andare a frasi infuocate. Obiettivo preferito: la stampa sportiva. Sui numeri questa volta De Laurentiis usa tutto l’ “ingegno napoletano”. Dimenticandosi i milioni incassati dalla cessione di Lavezzi, ricorda – giustamente – quanto speso per rinforzare la squadra, menzionando nuovamente i 12 milioni spesi per Vargas lo scorso dicembre (l’aveva già fatto per rispondere alle critiche per i mancati investimenti nella scorsa finestra di mercato invernale, nda). L’acquisto di Vargas è di certo stato fatto in prospettiva e anticipato per bruciare la concorrenza di altri grandi club ma è un investimento da mettere a bilancio una sola volta.
Il mercato del Napoli non è ancora finito, si interverrà ancora sulla squadra ma le linee guida per la campagna acquisti si confermano quelle da noi preannunciate tempo fa (Clicca qui per leggere), per quest’anno non ci saranno investimenti di prima fascia ma si proverà a mettere a frutto gli acquisti passati (Vargas, Inler, Fernandez) e a puntare su giovani come Insigne.
Sui rapporti di De Laurentiis con la stampa mi riservo di dedicare spazio ad una riflessione più ampia in un prossimo articolo, ma anticipo parte del mio pensiero senza scadere né in difese della categoria, né in attacchi gratuiti.
Il presidente del Napoli per temperamento è mal disposto verso le critiche, in particolar modo quando ravvisa in queste secondi fini. De Laurentiis sbaglia, però, quando decide di sparare nel mucchio. Molte delle sue idee non sono frutto d’invenzione e trovano la mia condivisione (ad esempio, sulla poca attenzione di parte della stampa al fatto tecnico e la volontà di creare ad arte casi che agitino la piazza) ma il modo in cui queste vengono esternate ne fanno prendere le distanze.
Mi permetto di dare, nel mio piccolo, un consiglio al presidente. Distingua l’atteggiamento di alcuni giornalisti dalla stampa in generale. Il giornalismo, anche quello sportivo, è pieno di gente perbene e appassionata che prova a svolgere al meglio il proprio lavoro. Compito dell’informazione è quello di provare a raccontare ed analizzare la realtà e, attraverso una critica costruttiva, dare il proprio contributo al suo miglioramento. Lei, all’interno di una gestione manageriale del Napoli, sta facendo il bene della squadra e della città. È doveroso riconoscerglielo. Tanti altri, però – giornalisti e tifosi -amano il Napoli come lo ama lei.
Quello tra una società sana ed un’informazione onesta può essere un asse importante su cui costruire i futuri successi del Napoli; non vanifichi questa possibilità per troppo amore. La gelosia tra amanti può uccidere anche la più grande delle passioni.
GLI ESTERNI E I FRATELLI INSIGNE: a Bigon viene chiesto se il Napoli è completo sugli esterni, interviene De Laurentiis:
D: ““Serve un calciatore che possa giocare sia a destra che a sinistra. “Per gli esterni stiamo valutando diverse scelte, o un giovane o un elemento esperto. Su Balzaretti stiamo capendo se lui vuole venire o meno. Lui e’ marito e padre, la compagna vive a Parigi e noi non metteremo becco su questa storia”
Incalzato sul nome di Insigne il presidente fa notare:
D: “Si parla tanto di Lorenzo Insigne, ma a me piace Roberto, un ragazzo davvero forte. Quando parlavo di Lorenzo io mi dicevano ma i napoletani… e io gli dicevo che i napoletani si devono abituare. Insigne me l’ha chiesto mezz’Europa ma dopo l’esperienza di Pescara era Napoli la piazza più giusta per lui.”
Anche per l’esterno sinistro il Napoli pare muoversi in accordo alle scelte fatte a livello generale: si cercano giocatori di livello medio, capaci di ricoprire più ruoli e funzionali all’idea tattica e al cambio di Modulo approntato da Mazzarri. Balzaretti è il primo obiettivo ma ci sono difficoltà che stanno orientando il Napoli anche verso altri obiettivi. Si prova a non ripetere l’errore dello scorso anno, quando si è affrontata una stagione molto impegnativa con solo tre esterni. In tale logica va considerato anche l’acquisto di Behrami, un calciatore capace di giocare in tutti i ruoli della mediana.
Che sia stato per opportunità per lungimiranza, c’è da ammettere che De Laurentiis è stato da subito un estimatore del talento di Insigne e ha insistito con Mazzarri perché superasse i propri dubbi sul talento di Frattamaggiore. Da uomo d’affari, il presidente ha fiutato la possibilità di ripetere il colpo anche con il fratello Roberto, da molti esperti (tra i primi – senza piangeria – il nostro direttor Ciro Troise, nda) considerato sui livelli del fratello maggiore. Tutelare e far crescere i talenti sbocciati in casa è il prossimo impegno della società, in attesa che l’ “affare Insigne” convinca la società ad investire finalmente in maniera decisiva nel settore giovanile.
GARGANO, CAVANI E HAMSIK: interrogato sui malumori di Gargano,
D: “Gargano? Ho un buon rapporto con lui che, sposando la sorella di Hamsik, è diventato un sudamericano napoletanizzato, in verità c’è un mix di Nord Europa, Napoli e Sudamerica. Non capisco perchè si va in difficoltà quando arriva un nuovo giocatore, Walter non è un soldatino, ha una bella personalità e va spesso in sofferenza quando pensa che un altro acquisto possa metterlo in difficoltà dal punto di vista dell’impiego. Le squadre si evolvono, è chiaro che con il cambio di modulo Mazzarri reputa altri calciatori più utili. E’ uno fedele, è devoto alla causa, quando si impegna dà il massimo. Anche io ho un carattere difficile, questi modi di essere denotano personalità”
I toni si fanno un po’ più accesi quando si parla di Cavani, alla domanda sulla presunta difficoltà nel trattenerlo,
D: “No, perché non s’è presentato nessuno. Ci sono due squadre guidate da sceicchi, poi un russo (Abramovich, nda) che sta investendo nel Chelsea”
Il presidente tuona circa il rinnovo dell’attaccante uruguaiano nel successivo incontro con i tifosi;
D: “Lo faccio marcire in panchina se chiede 7-8 milioni”
Come ha insegnato il caso Thiago Silva, quando c’è di mezzo Raiola nemmeno un fresco rinnovo di contratto può far dormire sonni tranquilli alle società. Sulle dichiarazioni del procuratore che auspica un cambio di maglia per il suo assistito Hamsik De Laurentiis non le manda a dire;
D: “Raiola è un rompic… che da anni sta cercando di far andare via Hamsik, ma Marek è di ferro e non si muove da qui”
Il Napoli che verrà e quello da preservare. I successi della squadra e un monte ingaggi non elevato come quello scelto dalla società partenopea, in tempo di crisi, attirano gli appetiti di club ricchi e in cerca di giovani campioni da attrarre con stipendi da faraoni. Bisogna però distinguere da caso a caso
Per quanto riguarda Gargano, le dichiarazioni di de Laurentiis suonano un po’ sibilline. Il messaggio è “Gargano non è più imprescindile nel progetto tecnico del Napoli. Si può adattare al nuovo modulo, giocandosi il posto da titolare, o scegliere di essere trattato in uscita per una cifra in linea con i successi ottenuti in questi anni con il Napoli e la nazionale uruguaiana.
Situazione decisamente diversa per quanto riguarda Cavani. Il rinnovo del contratto dell’attaccante è uno dei nodi principali da sciogliere per il futuro del Napoli. Le dichiarazioni di De Laurentiis appaiono più una mossa al tavolo della trattativa, apertissima, del ritocco dell’ingaggio che una volontà di rottura col giocatore. Perso Lavezzi, gli azzurri non possono permettersi di privarsi anche del proprio attaccante più prolifico; non si può pensare di avere in squadra un top player del calibro di Cavani pagandolo come un gregario di un grosso club. Se non vuole arrivare alla cifra di 7-8 milioni, – a mio parere – il Napoli non può scendere sotto un’offerta di 5 milioni annui, più eventuali bonus.
Trattenere Cavani sarebbe da considerarsi, a tutti gli effetti, un grosso acquisto da parte della società e un sintomo della volontà di competere in breve tempo ai livelli più alti in Italia e in Europa.
Su Hamsik le dichiarazioni di Raiola, più che sintomo di un pericolo imminente, appaiono manovre di disturbo in previsione del tormentone di mercato della prossima stagione. La risposta del presidente preannuncia uno scontro di fuoco. Preparate l’elmetto.
De Laurentiis è un vulcano di idee e di passione. Le sue dichiarazioni hanno ricordato, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che il Napoli è una sua creatura e che non accetterà mai che altri scelgano in casa sua. D’altronde al presidente del Napoli non è mai mancato il coraggio di prendere scelte, anche impopolari. Il tempo dirà se le sue saranno state scelte vincenti o meno; ad oggi bisogna riconoscergli il merito di aver riaperto la polverosa bacheca di successi e riportato il Napoli al centro dell’interesse del calcio europeo. Ad maiora.
Di Pompilio Salerno
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