Come riporta l’edizione odierna del Corriere dello Sport, la differenza tra Superman e Ghoulam è che l’uomo con la tuta blu si arrende alla kryptonite, mentre l’uomo con la maglia azzurra non si ferma davanti a niente. Et voilà: Faouzi è guarito e può riprendere a lavorare con i compagni. Dopo 73 giorni: «Non rientrerà in gruppo prima di tre mesi», comunicò il Napoli poche ore dopo l’intervento al legamento crociato anteriore del ginocchio destro lesionato con il City, e invece lui ha bruciato lo spazio e il tempo. Confermando di essere un atleta straordinario e un professionista unico: nel corso delle vacanze s’è allenato da solo in altura, in Sudafrica, e ha già chiesto a Sarri di essere convocato per la partita di domenica con l’Atalanta. Non per giocare, certo, ma per tornare a respirare l’aria della squadra. E della corsa scudetto. Tutto secondo i piani e la tradizione di casa azzurri, insomma, però la storia di Ghoulam è davvero da raccontare. Innanzitutto perché s’è infortunato 39 giorni dopo Milik – il 23 settembre con la Spal l’attaccante e il 1° novembre con il City il mancino – ed è guarito contemporaneamente. Del resto, i suoi geni sono quelli del mezzofondista: eredità di suo fratello maggiore Nabil, ex atleta professionista nonché suo preparatore personale. Il castello, però, l’ha costruito tutto Faouzi, atleta formidabile e complessivamente tra i primi tre del Napoli. I suoi test fisici hanno sempre confermato una potenza e una capacità di resistenza fuori del comune, ma il grave infortunio ha fatto emergere anche l’aspetto umano. Tenacia, serenità e gestione della sofferenza sono state definite sbalorditive, da quelli che lo hanno seguito quotidianamente nel percorso riabilitativo. Un lavoro basato sulle terapie, il nuoto, l’aerobica e il campo. E non solo: Perché a casa, Ghoulam, insisteva con gli esercizi insieme con Nabil (in totale accordo con lo staff medico). Anche le vacanze post Befana, per lui, sono state una buona occasione per accelerare il recupero: le ha trascorse in Sudafrica, a lavorare in altura. Un fenomeno. Gli ultimi 73 giorni, durissimi anche per il Napoli da un punto di vista tecnico-tattico, tutto sommato sono volati: la riabilitazione, il rinnovo fino al 2022, l’affetto degli amici, le visite a sorpresa (tipo l’amico-difensore francese Zouma) e l’amore della famiglia. Con menzione speciale per l’ultima di casa: Laia, la terza figlia di Faouzi, vero e proprio toccasana per l’umore in un periodo un po’ così. E ora, non resta che tornare a lavorare con i compagni: oggi o al massimo domani, dipende dai voli, perché dopo la visita Ghoulam è partito da Roma per Algeri, dove in serata ha ritirato il Pallone d’Oro algerino, vinto precedendo Mahrez e Brahimi.
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