Gli arbitri protestano e sembrano essere pronti ad incrociare le braccia. A rivelarlo è il Corriere della Sera oggi in edicola che scrive: “La parola sciopero i vertici arbitrali non la vogliono pronunciare, «perché noi siamo dilettanti, quindi al massimo ci possiamo astenere dall’attività», ma la sostanza non cambia: i fischietti sono sul piede di guerra e minacciano di andare fino in fondo, di restarsene cioè a casa. Magari non già nel prossimo week end di A ma in quello successivo, «dipende dalle risposte ma siamo pronti a tutto» è la posizione compatta del partito. Alle questioni purtroppo note (violenze, rimborsi non pagati da mesi dalla C in giù) si sono aggiunti temi freschi, primo fra tutti le class action da parte dei tifosi scontenti, nello specifico i laziali. Varie insomma le ragioni, che verranno elencate oggi dal presidente Nicchi, ma il concetto di fondo è che gli arbitri chiedono rispetto per la propria autonomia «gestionale e politica». Pur non essendo all’ordine del giorno, il tema più delicato resta infatti il peso rappresentativo in Figc: circola voce che all’Aia verrà tolto il 2% di delegati alle elezioni del presidente della federcalcio. E che Nicchi non intende assolutamente mollare”.
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