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Coronavirus, no assegno figli mensile: costa troppo. Sostegno a colf e badanti

Sulla proposta della Ministra della Famiglia Bonetti è ancora aperto il dibattito

Due punti sono fermi per il pacchetto famiglia che il governo sta per varare nell’ambito del decreto aprile (dovrebbe essere approvato in extremis giovedì 30 ma non è escluso uno slittamento); i congedi parentali raddoppieranno con la possibilità di chiedere altri 15 giorni a partire dal 4 maggio, e il voucher baby sitter sarà «esteso temporalmente». Sull’assegno figli mensile proposto dalla ministra della Famiglia Elena Bonetti, invece, si sta ancora discutendo: costa troppo, il Mef sta mettendo i bastoni tra le ruote. Ma non è l’unica misura caldeggiata dalla Bonetti (Italia Viva) sulla quale sta andando in scena un vero e proprio braccio di ferro: c’è anche tutta la questione dei centri estivi per i bambini e i disabili. E qui non dipende dalle risorse (il ministero della Bonetti ha già disponibili 35 milioni di euro), ma è una questione che potremno definire di «opportunità sanitaria».

C’è infine il sostegno a colf e badanti che hanno un rapporto di lavoro sospeso in questo periodo di emergenza: non si tratta di un aiuto diretto alle famiglie, ma comunque le coinvolge. Partiamo proprio da quest’ultimo punto. Per colf e badanti non sarebbe più il tipo di impegno giornaliero (tempo parziale o tempo pieno) il discrimine per ottenere un indennizzo, ma il tipo di rapporto con la famiglia: convivente o non convivente. L’aiuto – una tantum pari a 500 euro – spetterebbe solo ai collaboratori domestici non conviventi che, a causa dell’emergenza sanitaria hanno ridotto o sospeso la loro attività.

LA PLATEA

La ratio è semplice: nella stragrande maggioranza dei casi chi ha un rapporto di lavoro che prevede la convivenza non ha subìto ripercussioni. Per quei pochi che sono stati licenziati in ogni caso scatterebbe la Naspi, un ammortizzatore sociale già in essere. Il problema è invece soprattutto per i non conviventi: spesso la paura di contagiarsi prendendo un mezzo pubblico per raggiungere il domicilio presso cui si presta servizio ha portato gli stessi lavoratori – o anche le famiglie – a rinunciare alla prestazione. Individuare la platea (il sostegno si attiva comunque dietro domanda) non dovrebbe essere complicato, visto che basta recuperare codice fiscale e posizione Inps. Sul tavolo anche l’ipotesi di includere un indennizzo di 300 euro per i collaboratori domestici conviventi che, in costanza di rapporto di lavoro, assistono nuclei familiari con all’interno un disabile o persona gravemente malata. Non è comunque ancora del tutto scartata l’ipotesi di erogare un indennizzo una tantum, dai 200 ai 400 euro, a seconda se il contratto di lavoro è a tempo parziale o pieno. In ogni caso si tratta di un passo avanti importante rispetto al Cura Italia che non prevede niente per questa categoria di lavoratori. «Aver ottenuto degli ammortizzatori sociali per colf e badanti permette alle famiglie di non licenziarli, ma solo di sospendere la prestazione fino al termine dell’emergenza sanitaria. E questa è un aspetto tranquillizzante sia per i lavoratori che per le famiglie stesse» dice Andrea Zini, vicepresidente Assindatcolf.
Altro problema enorme che le famiglie si ritroveranno ad affrontare dal 4 maggio, quando via via si riapriranno le attività produttive ma resteranno chiuse le scuole, è a chi affidare i figli minorenni. Restano due le principali misure: congedi parentali straordinari, con il nuovo decreto sarà possibile chiedere altri 15 giorni retribuiti al 50%; voucher baby sitter di 600 euro. I due strumenti sono alternativi e per quanto riguarda il voucher non si tratta di un raddoppio ma solo di un’estensione della finestra temporale che dovrebbe arrivare a fine luglio: lo può quindi richiedere chi ancora non l’aveva fatto. Per il Forum nazionale Associazioni Familiari, serve di più. Durante un incontro ieri con il premier, è stato chiesto di alzare il voucher baby sitter, e di portare al 75% la retribuzione dei congedi parentali.

Fonte: ilmattino.it

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