La redazione di TvPlay ha intervistato Carlo Cornacchia, vice di Daniele De Rossi alla Spal.
Ci può raccontare la figura di Daniele De Rossi allenatore, è tanto diverso da quella di ‘De Rossi giocatore’?
“Il De Rossi giocatore ha plasmato il De Rossi allenatore. Daniele non aveva una grandissima velocità da calciatore, ma aveva uno straordinario senso della posizione: era sempre al posto giusto a fare la cosa giusta. Ha questa caratteristica anche da allenatore: vede due mosse prima degli altri. Nonostante l’apparente mancanza di esperienza, ha una grandissima conoscenza del calcio. Ha, inoltre, la capacità di capire tutte le dinamiche. Ci vogliono anni per plasmare queste caratteristiche, mentre Daniele le ha dentro di sé”.
Una delle caratteristiche più importanti di De Rossi è quello di instaurare subito un grande rapporto con i propri calciatori?
“Sì, è successo anche alla Spal. Quest’ultima è stata comunque un’esperienza fantastica, perché creammo con i giocatori un vero rapporto umano, che ogni allenatore dovrebbe instaurare con i propri calciatori. I giocatori della Roma erano forti anche prima, ma ora è cambiato qualcosa dal punto di vista delle dinamiche sociali”.
E’ sorpreso dall’impatto di De Rossi nella Roma?
“No, assolutamente. De Rossi, dal punto di vista tecnico-tattico, non deve imparare niente da nessuno. Nonostante non abbia l’esperienza di campo, è davvero bravissimo. La differenza che c’è con gli allenatori più esperti è proprio il rapporto umano che instaura Daniele, il quale è un ragazzo davvero favoloso, straordinario ed intelligente. Lui si rapporta con tutti, la sua porta è sempre aperta. Soprattutto alla Roma, dove ha giocatori che sono suoi ex compagni e, quindi, conosce come le sue tasche”.
Cosa ci può dire della grandissima vittoria della Roma contro il Brighton di De Zerbi?
“Il primo tempo della Roma deve essere fatto vedere a Coverciano se si vuole insegnare come si deve affrontare una squadra che giochi come il Brighton di De Zerbi. C’è stato sicuramente un grandissimo studio dietro da parte di De Rossi. Quello che bisogna mettere in evidenza è la gioia dei calciatori della Roma nel giocare la partita di ieri: quando mai Pellegrini ha disputato tutta la partita? Era sempre sostituito. Pellegrini si stava divertendo, sta facendo finalmente il suo ruolo. Anche Cristante adesso si getta nello spazio per segnare e non è più relegato a pensare alla difesa”.
Secondo lei, De Rossi si farà trovare pronto quando arriverà la prima crisi di risultati?
“Certamente, è già arrivato con il ko con l’Inter e non è successo niente. La Roma sta giocando molto meglio di quando Daniele ha iniziato ad allenarla: c’è stato un raffinamento. Ha gettato le basi di una convinzione mentale, ha ribadito ai calciatori giallorossi che erano e sono forti”.
E proprio quest’ultima la grossa differenza con la gestione Mourinho?
“Ogni allenatore gestisce la squadra a modo suo, ma prima c’erano tanti ammoniti e se andava bene uno-due espulsi: prima c’era un gran casino, una grandissima tensione. De Rossi ha calmato le acque, ha messo acqua sul fuoco e non benzina. Ci ho lavorato nella Roma e devi rappresentarla bene, anche con i tuoi comportamenti: non puoi far casino a destra e sinistra. Con Daniele i giocatori sono più felici”.
De Rossi si è già meritata la conferma per l’anno prossimo?
“Per quanto gli voglio bene, sì. Il nostro mondo, ovviamente, si basa sui risultati: c’è una meritocrazia fallace. Un dirigente che guarda il futuro dovrebbe fare subito il rinnovo a De Rossi, visto che così sia il tecnico che i giocatori sarebbero più tranquilli. Bisogna essere lungimiranti. L’operatore di mercato non deve andare a guardare il fuoco, ma la scintilla e De Rossi è proprio una scintilla. Ma poi chi c’è meglio di lui in questo momento per la Roma? E’ innamorato della Roma, cresciuto nella Roma e sta facendo i risultati con la Roma. Non c’è una soluzione migliore di lui?
La Roma di Daniele De Rossi è tra le squadre simbolo di un calcio fluido non più legato ai moduli?
“Bisogna smettere con i moduli, non ci sono più. I giocatori, ormai, fanno tantissime cose: non si possono incanalare in un singolo sistema di gioco. Bisogna creare superiorità numerica se vuoi vincere le partite e per farlo devi spostare i calciatori che devono rompere le linee degli avversari. Se, poi, incontri le squadre che ti vengono a prendere uno contro uno (come Atalanta e Torino) le linee non ci sono più e, quindi, devi vincere i duelli. Anche nella stessa gara attacchi e difendi in maniera diversa. Per fare ciò, ovviamente, si deve puntare sui calciatori forti, soprattutto quelli che sanno fare un po’ di tutto: i cosiddetti giocatori universali ”.
Lei è stato assistente anche di Claudio Ranieri, cosa ha preso De Rossi dall’attuale tecnico del Cagliari? Cosa ne pensa dell’andamento della squadra sarda?
“Il Cagliari, vista la sua situazione di classifica, non deve fare calcoli: deve vincere più partite possibili, a prescindere dall’avversario. La squadra rossoblù deve giocare come ha fatto con Napoli ed Empoli. Ti posso garantire che Claudio prepara le gare proprio affinché i suoi giocatori giochino con atteggiamento di vincere ogni partita. Lui si massacra per far sì che la sua squadra si faccia trovare pronta al match. Cosa ha preso Daniele da Ranieri? Forse il posizionamento difensivo, ma Daniele si ispira molto di più a Spalletti”.
William Scuotto per TvPlay.it
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