Il becerume trasformato in generico «odio» per Napoli e i suoi abitanti, con cori sul Vesuvio e il colera, accomuna le curve del calcio e provoca le chiusure, seppur con la condizionale, della Nord e della Sud della Roma, della Primavera del Torino e del secondo anello di curva dello stadio Meazza sia per l’Inter sia per il Milan.
La prima tornata di decisioni del giudice sportivo, l’ex magistrato friulano Gianpaolo Tosel, dopo che il Consiglio della Figc ha «revisionato» le pene sulla discriminazione territoriale (in seguito alla “segnalazione” della Lega successiva al provvedimento di chiusura del Meazza per Milan-Udinese, già sospesa dalla Corte di giustizia federale) non fa sconti e, anche se per la chiusura di questi settori bisognerà attendere l’eventuale reiterazione, fa capire che la Federcalcio non abbassa la guardia.
Nel comunicato del giudice sportivo diffuso dalla Lega vengono puntigliosamente elencati tutti i cori uditi (e a che ora) dai collaboratori della Procura e specificato perfino quanti erano coloro che li cantavano: «Circa 500 quelli dell’Inter e 50 quelli del Torino in curva Primavera», mentre a Roma viene precisato che i cori anti-napoletani, provenienti sia dalla Sud che dalla Nord, erano cominciati «alle 19.20», ovvero quasi un’ora e mezza prima dell’inizio della partita.
Quattro sono stati i club puniti con la sospensiva, mentre il semplice coro «noi non siamo napoletani», senza altre aggiunte, intonato dai tifosi dell’Udinese al 25′ del primo tempo della sfida contro il Milan, non ha provocato punizioni anche nei confronti del club friulano.
Nessun provvedimento è stato preso, a parte una multa di 5.000 euro per il lancio in campo di tre fumogeni, nei confronti della Fiorentina. Eppure prima del calcio d’inizio della partita poi vinta al Franchi contro la Juve c’erano stati cori inneggianti ai supporter del Liverpool e alla strage del 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles. Evidentemente non sono stati menzionati nei rapporti sulla partita, e per questo il giudice sportivo non ha preso provvedimenti.
A parte questo, viene da chiedersi se tutto il resto, ovvero i cori anti-Napoli che hanno accomunato le varie tifoserie, non faccia parte di una strategia fatta di provocazioni e voglia di andare allo scontro con le istituzioni. E forse non a caso il giudice spiega che a Torino i sostenitori granata hanno anche esposto uno striscione con la scritta «discriminazione territoriale legge da…». Dopo i puntini, precisa il comunicato della lega, «era raffigurata la testa di un maiale».
Fonte: Il Mattino
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